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Antichi pavimenti da maestro

L’ingrediente principale di una casa antica? I pavimenti. La loro scelta segna il confine – netto – fra un “buon recupero” e “ristrutturazione mediocre”. Oggi, per fortuna, tanti ne sono consapevoli. Ma è stata una dura battaglia. Che ha visto CasAntica in prima linea, come per la riscoperta della calce (ancor oggi affossata dall’uso indiscriminato del cemento), per la salvaguardia degli intonaci (in precedenza cancellati dalla moda della sabbiatura e delle pareti faccia a vista), per la sensibilizzazione sulle straordinarie possibilità degli annessi agricoli (per molto tempo considerati secondari rispetto alle dimore vere e proprie)…

Ma la riconquista dei “pavimenti giusti” è stata la nostra prima missione. Importantissima. Perché, fino a quindici anni fa, quando CasAntica ha fatto capolino in edicola, tante vecchie dimore straordinarie venivano rovinate, talvolta irrimediabilmente, da piastrelle in monocottura, da legno luccicante, da cotto fresco di fabbrica, privo di storia, algido, troppo geometrico e lucido per assecondare le piccole irregolarità delle pareti e dei soffitti e con le asperità dei materiali del passato… I pavimenti nuovi, in un ambiente antico, sono come uno strumento stonato che irrompe uno sfondo orchestrale sublime. La musica può essere bellissima e l’orchestra straordinaria. Ma quel solista stonato disintegra tutto.

 Nell’ambito dell’antico è fondamentale puntare su tre tipologie di pavimenti: quelli rigenerati (da sempre appartenenti a una vecchia casa), quelli di recupero (prelevati nei magazzini dei raccoglitori di materiali edili del passato) e anche quelli nuovi purché di manifattura artigianale (esistono antiche fornaci che lavorano con metodi senza tempo). Qualsiasi altra scelta si rivelerà goffa e inappropriata.

 

Chi le sceglieva lo faceva spesso in nome della “praticità”. Non esisteva ancora consapevolezza che esistono trattamenti e finiture capaci di adattare anche i pavimenti antichi alle esigenze contemporanee. Le più diverse. Per gli esterni e per gli interni. Per la zona giorno e la zona notte. Per la cucina (da sempre considerato l’ambiente più a rischio) come per la camera. Per chi ama la pietra, per chi punta sul cotto, per i cultori del legno e anche per chi desidera l’approccio multicolore di vecchie piastrelle in maiolica o ceramica.

 

In tema di pavimenti, un nostro meraviglioso maestro – e amico – è Flavio Caminada. Un addetto ai lavori talmente appassionato, bravo, garbato e rigoroso da essere interpellato da architetti, rivenditori di materiali edili, restauratori e appassionati di recupero di tutta Italia. E non solo: ha lavorato anche in Inghilterra, in Francia, in Svizzera…

Le immagini che compaiono in queste pagine sono sue. Flavio è titolare di Tartuca Service e vanta anni e anni di esperienzaIl mio primo incarico risale a una quarantina d’anni fa. Era il pavimento in cotto di una dimora privata. Lavoro con tutti i materiali della tradizione, quelli naturali. Se proprio dovessi sceglierne uno, punterei sul cotto. Ho imparato a conoscerlo a fondo nelle sue numerosissime varianti regionali. A cominciare da quello mie zone: sono comasco e amo molto il cotto lombardo, con le sue caratteristiche venature variegate”.

Per svolgere un buon lavoro sono fondamentali l’esperienza, lo studio e la conoscenza approfondita dei materiali: “Non ho mai smesso di girare per fiere, di visitare cave, di dialogare con operatori, specialisti, marmisti, titolari di fornaci…”.

Per Flavio, ogni pavimento, come l’ambiente che lo ospita, è un unicum. “L’intreccio dei materiali, degli arredi, dei gusti e delle aspettative dei padroni di casa consente di individuare i trattamenti per una protezione adeguata. Che può essere antiumidità, idrorepellenza, antimacchia. E poi c’è il fattore estetico. Alcuni clienti desiderano effetti naturali, altri chiedono forzature che valorizzino il cromatismo. E poi ci sono le finiture opache, le finiture satinate o finiture lucide, per facilitare la pulizia e la manutenzione ordinaria”.

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