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Finestre in miniatura

Rappresentano uno dei segni distintivi dell’antico. Le finestre raccontano tanto del passato di una casa. Quelle delle dimore contemporanee sono amplissime e ben allineate, all’altezza giusta per essere comodamente fruibili. Ma quanto più indietro si va nel tempo tanto più le dimensioni si diversificano, con finestre piccole se non, addirittura, microscopiche. E, così come le proporzioni, cambia anche la collocazione, al punto che in alcune case si trovano finestrelle a livello del pavimento o sulla sommità di pareti altissime.

Si tratta di un argomento di fondamentale importanza, perché questi varchi minuti non erano lì per bellezza – le seduzioni estetiche, nell’ambito dell’architettura rurale, erano secondarie – ma svolgevano ruoli funzionali del tutto dimenticati e ormai definitivamente scomparsi dalle case della contemporaneità. 

 

 

Isolamento termico d’antan

Come tutti sanno, nelle dimore vere e proprie la conformazione delle finestre è strettamente intrecciata all’esigenza di apportare luce e agevolare il ricambio d’aria e, dunque, la salubrità agli ambienti.

Desta una certa sorpresa il fatto che in passato, nonostante l’assenza di elettricità e l’impossibilità di ricorrere all’illuminazione artificiale, le finestre fossero tanto piccole. Le esigenze di “isolamento termico” erano ancor più forti di quelle legate al bisogno di luce. I piccoli varchi ritagliati nelle pareti spessissime avevano il preciso compito di minimizzare le escursioni termiche, sia in inverno che in estate. Nella stagione fredda, le finestre piccole limitavano la dispersione del calore proveniente dal camino o dalle stufa collocata in cucina (le altre stanze, invece, erano spesso completamente prive di riscaldamento). Nella stagione calda, queste minuscole aperture – unitamente allo spessore dei muri – evitavano l’ingresso del caldo.

 

Finestrelle interne

Una categoria a parte è rappresentata dalle finestrelle da interno. Alcune raccontano di costruzioni cresciute nel tempo, dove i varchi originariamente affacciati sull’esterno sono stati inglobati all’interno di ambienti sorti in un secondo tempo. Ma esistono altre finestrelle da interno, quelle utilizzate per agevolare il passaggio della luce a ridosso di ambienti completamente privi di finestre (per vincoli strutturali o per esigenze funzionali, come nel caso delle cantine). Nell’impossibilità di intervenire sulle pareti, talvolta le finestrelle erano ritagliate nella porta di passaggio fra i due ambienti. Un espediente ricorrente nei bagni realizzati in vecchie case che ne erano originariamente prive. Oggi ha giustamente acquisito grande importanza ma, in un passato neppure troppo lontano, il bagno era ricavato in anfratti di fortuna, magari in un sottoscala privo di finestre, ed era cinto da una porta munita di vetrata per incrementare la pochissima luce.

 

Tracce strutturali

In alcune case, capita di ammirare fori affacciati sull’esterno talmente piccini da destare una vivida curiosità. Alcuni, in passato, svolgevano un ruolo funzionale, specie quelli dalla conformazione perfettamente geometrica. Quasi sempre, questi varchi erano realizzati come perno per il passaggio di travi ed altri elementi portanti orizzontali, che potevano essere rimossi o sostituiti senza bisogno di intervenire drasticamente a livello di murature.

 

Spioncini del passato

Visitando tante dimore del passato può capitare anche di ammirare finestrelle utilizzate, in passato, come spioncini. Da queste era possibile osservare chi entrava in cortile, chi si trovava sotto il portico o chi bussava alla porta, senza bisogno di uscire. Una curiosità: questi spioncini si trovano spesso al livello del pavimento delle stanze da letto collocate a ridosso di un portico. Sembrerebbe una bizzarria, ma la dice lunga sulle abitudini dei nostri avi, abituati, durante il giorno, ad avere costantemente sotto controllo tutto ciò che avveniva sia all’esterno (si lavorava all’aria aperta, nei campi, in cortile, sotto il portico…) che all’interno della casa (nelle grandi famiglie del passato c’era sempre una figura vigile preposta alle attività domestiche). Di notte, invece, il controllo veniva meno. E questi spioncini, nel passato, erano assimilabili ai moderni sistemi d’allarme. Se si udiva un rumore sospetto, bastava alzarsi dal letto e, senza neppure bisogno di accendere la luce, dare un’occhiata allo spioncino, strategicamente affacciato verso il basso e rivolto ai punti strategici (l’ingresso della casa, la porta della stalla e – autentico scrigno di tesori da difendere – della cantina).

 

Modulazioni di luce

In contrapposizione ai varchi collocati al livello del pavimento (quasi sempre per funzioni di controllo), le finestrelle collocate sulla sommità di pareti altissime (alcune dalle quali apribili o richiudibili solo mediante scalette a pioli) erano spesso utilizzate per incrementare la luminosità d’ambiente. La luce, rifrangendosi sul soffitto, poteva diffondersi uniformemente nella stanza andando a incrementare la luce proveniente dalle finestre collocate ad altezza più ortodossa, quest’ultima più diretta e funzionale allo svolgimento delle attività quotidiane.

 

Varchi sottotetto

C’è un’altra tipologie di finestre altissime. Non solo in relazione all’ambiente in cui si trovano ma anche rispetto all’intera costruzione. Nei sottotetti di molte vecchie case di campagna, è ancora possibile ammirare piccoli passaggi di forma allungata. Quasi sempre, questi varchi permettevano ai colombi di accedere alla piccionaia collocata sulla sommità.

 

Valorizzare le preesistenze

Di norma, tutte queste finestrelle sono di proporzioni talmente minute da non richiedere l’utilizzo di antine apribili o richiudibili, a meno che non si trovino in corrispondenza di una stanza da letto. In generale, per valorizzare queste preesistenze è sufficiente utilizzare vetri fissi. Se le proporzioni sono maggiori, è consentito creare piccoli telai apribili. E solo quando i varchi sono tali da permettere il passaggio di malintenzionati, è consigliabile intervenire con una provvidenziale grata in ferro.

 

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