I segreti del cotto
Recuperando Brick and Stone è un’azienda di Ponte Buggianese, in provincia di Pistoia, che dal 1996 si occupa di selezionare e recuperare con cura pavimentazioni antiche in buono stato, realizzate con materiali pregiati, come il cotto, la pietra, le cementine e le graniglie, provenienti prevalentemente da demolizioni o ristrutturazioni in Toscana. Si tratta di pavimentazioni senza tempo, adatte ad ogni tipologia di ambiente, dal più rustico al più elegante, fino al più moderno.

La realizzazione dei pavimenti in cotto ieri e oggi
Il cotto antico era fatto a mano: solitamente, veniva pressato in forme di legno di vari formati e dimensioni, per ottenere risultati diversi a seconda delle esigenze. La terra locale veniva lavorata direttamente sul posto, nei pressi della cava, dove spesso si trovava anche la fornace. Oggi, per realizzare pavimenti in cotto, si utilizzano forni industriali a gas e vengono miscelate varie terre per creare le sfumature di colore. Questi non hanno, però, il fascino del pavimento antico fatto a mano e cotto a legna, e si può facilmente notare la differenza. Infatti, la cottura a legna consentiva al cotto di acquisire varie stonalizzature, a seconda del calore che assorbiva, il quale non era mai uniforme.
Lo smontaggio delle vecchie tavelle e pianelle
Un vecchio pavimento deve essere rigorosamente smontato a mano, poiché non esistono macchinari adeguati a svolgere questo compito. È quindi necessario avere l’esperienza e l’accortezza di non rovinarlo durante il processo di smontaggio. Il miglior attrezzo da utilizzare a tale scopo è il vecchio piccone, che permette di inserirsi sotto la mattonella e tirare su il pavimento con una leggera pressione.
Gli artigiani di Recuperando Brick and Stone solitamente partono da un lato della stanza e proseguono lungo tutto il suo perimetro (talvolta anche a discapito di esso), per poter liberare il pavimento dalla pressione esercitata dalle pareti della stanza. In seguito, cercano di salvare il più possibile la parte interna del pavimento. La percentuale di riutilizzo del materiale smontato varia molto da come è stato posato, dal tipo di malta utilizzata (se più morbida è più facilmente pulibile). Su un totale di 100mq, è possibile recuperare, al netto di tutte le lavorazioni di ripulitura, circa un 60% di pavimento.
Storia e geografia del cotto
In molti casi, l’epoca del cotto si determina dallo spessore, che in antichità era maggiore. La forma dei lati delle mattonelle è un altro elemento determinante. Con il passare del tempo, verso la fine dell’Ottocento, i lati sono diventati diritti, mentre prima erano prevalentemente svasati verso l’interno: questa era un’accortezza che consentiva di murare le mattonelle più strette e con meno calce. Non c’è differenza a livello di superficie: può risultare più consumato e calpestato un cotto dell’Ottocento rispetto ad uno del Seicento, dipende in quale ambiente era posato. La tipologia di terra variava in base alla cava da cui veniva estratta. La terra di alcune cave era molto più resistente, quindi meno incline a consumarsi, mentre, in altre cave, la terra era molto più morbida, perciò i pavimenti hanno subito alterazioni. Se la terra non veniva cotta correttamente, con acqua, umidità ed intemperie tendeva a sfalsarsi.
La Toscana, a differenza di altre regioni, vanta molte più stonalizzature di colore, che vanno dal rosato al rosso fegato: forse, proprio per questo è la patria del cotto. È importante sottolineare che il colore non incide sulla robustezza del materiale, che invece dipende dall’impasto. Per gli addetti ai lavori è molto facile identificare la provenienza del cotto. Il colore, la forma e le irregolarità consentono loro di capire se il cotto è siciliano o campano, lucchese o pistoiese, grazie all’esperienza visiva.
Identificazione della qualità
Un cotto di qualità dovrebbe essere duro, compatto e resistente al gelo, al calpestio delle persone e al peso di macchinari. La robustezza dipende, appunto, dalla tipologia di terra utilizzata. Molto più resistente risulta il cotto con più ferro dentro.
La zona dell’Impruneta in Toscana, grazie alla sua terra porosa e ricca di ferro, chiamata “galestro”, è diventata famosa per il cotto di alta qualità, caratterizzato da una robustezza assoluta. Il cotto recuperato da Brick and Stone viene selezionato anche in base alla robustezza: il materiale che non soddisfa questi standard non viene messo in commercio. Per i pavimenti interni, il cotto viene posato su massetti e montato a colla, quindi il rischio di rotture è ridotto al minimo, a patto che la posa venga eseguita correttamente. La caratteristica da osservare è il grado di consumo, ovvero la lisciatura della superficie causata dal calpestio nel tempo.
I formati
Il cotto rettangolare è tipico del centro-nord italia, mentre al sud si trova in prevalenza il formato quadrato. Ogni fornace produceva diversi formati, dai più piccoli (10×20) ai più grandi (44×22, soprattutto al nord). Nel centro Italia i formati classici erano il 28×14 e il 30×15. L’esagono, che si trova raramente in Italia, proviene principalmente dalla Francia e dal Nord Europa. Il formato quadro da interno risulta più difficile da trovare rispetto al rettangolare. Il costo di una pavimentazione in cotto dipende dalla bellezza della superficie, che una volta posata conferisce alla casa una morbidezza che un cotto moderno difficilmente può eguagliare.
Bizzarie e curiosità
Un cotto al dente o crudo non è adatto per la posa, poiché privo di resistenza e robustezza. In passato, i maestri fornaciai, grazie alla loro esperienza, riuscivano a fare cotto con meno calore, evitando sprechi di legna. Il cotto al dente veniva utilizzato per le pareti interne, dove non era esposto a umidità o agenti atmosferici, e non doveva sopportare carichi pesanti, motivo per cui veniva impiegato nelle pareti non portanti. Oggi, però, è meglio evitarlo per la posa moderna.
Il cotto bruciato è un materiale con tante qualità, come i suoi colori unici e la sua resistenza, che lo rende quasi vetroso. Però, in generale, le pavimentazioni in cotto non sono poi così eccentriche. Invece, cementine e graniglie, che sono tornate di moda negli ultimi anni, donano colore e luminosità sia ad ambienti moderni e industriali che storici. In Toscana ci sono molte manifatture storiche, e Brick and Stone cerca di recuperarle.
Cementine e graniglie
Le cementine e le graniglie, di gran moda fino agli anni ’20-’40, hanno poi perso la loro popolarità e sono state snobbate per un lungo periodo. Negli ultimi 15 anni, però, sono tornate in voga, adattandosi a vari ambienti. Il loro recupero è più complesso rispetto al cotto, poiché venivano posate con malte più dure. La ripulitura è un processo molto delicato, perché ogni minima imperfezione nelle cementine e graniglie è considerata un difetto, a differenza del cotto antico, le cui imperfezioni sono proprio parte del suo fascino.
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