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Industrial rurale

L’antico è in costante evoluzione. Prestando un pizzico di attenzione agli ambienti in fase di ristrutturazione, non è difficile rendersi conto di quelle che saranno le direzioni del futuro prossimo.

Le foto che vi presentiamo sono particolarmente rappresentative. Ci troviamo in una grande e antica stalla ancora in attesa di essere conclusa. Questi ambienti sono legati a uno dei servizi-fiore all’occhiello di CasAntica 96, attualmente in edicola. Si tratta di Villa 61, una dimora aperta all’ospitalità che si trova a Limana, nel bellunese.

I padroni di casa sono Eleonore, nata in Francia, e Massimo, architetto e designer. Per la loro costruzione di campagna hanno puntato sui materiali della tradizione locale rivisitati con affascinanti atmosfere d’Oltralpe. Un gusto che si afferma un po’ ovunque, a cominciare dalle scelte cromatiche, piuttosto desuete per gli appassionati italiani).

Oltre agli ambienti conclusi – ampiamente documentati nel nostro servizio – ce ne sono altri che stanno prendendo forma. Come questa stalla. Osservandola ci si rende conto di quanto l’approccio sia mutato rispetto ai tempi della “sabbiatura selvaggia”. Nelle ristrutturazioni del passato si sabbiava tutto. L’intonaco era sistematicamente cancellato. Si portava tutto a vista. La trama muraria in pietra e mattoni era considerata un imperativo. Oggigiorno avviene il contrario. Si sabbia il minimo indispensabile. E spesso si lascia tutto esattamente com’è, limitandosi a reintegrare l’intonaco originale.

A fare la differenza non sono più i chiaroscuri e il cromatismo delle pareti faccia a vista, bensì il bianco dell’intonaco e le imperfezioni disegnate dal tempo. In teoria, a livello di interni, le nuove case antiche potrebbero essere lasciate così come sono. Senza manomissioni. Se non quelle, indispensabili, legate agli aspetti strutturali.

A bilanciare la povertà degli intonaci scrostati sono gli arredi, possibilmente lussuosi e ricercati. Osservando queste foto non è ancora possibile rendersene conto. Ma saranno mobili, complementi e oggetti a trasfigurare il risultato finale.

Le nuove case antiche vivono di contrasti: quanto più l’ambiente è povero e spartano, rovinato e solcato da tracce del tempo, tanto più gli arredi ricchi e raffinati creeranno una sorta di contrapposizione ad effetto.

C’è un secondo contrasto parallelo e già soppesabile: parliamo dei grandi pannelli vetrati che delimitano i vari settori di questa vecchia stalla. Le vetrate in questione raccontano una vocazione sempre più luminosa (al contrario dei restauri del passato, spesso bui) e un gusto sempre più “industral”, ispirato all’estetica dei loft e delle fabbriche dismesse. Qual è la contrapposizione? Semplice: i loft e il gusto industriale appartengono, per vocazione, alle città, ai grandi agglomerati urbani. Sono state le fabbriche, per intenderci, a contribuire allo spopolamento delle campagne. Oggi, per contro, i materiali recuperati dalle fabbriche dismesse si sono trasformati in elementi estetici al servizio di chi ama la campagna. A ben guardare, una vera bizzarria. Non propriamente antica, certo. Ma esteticamente sfiziosa.

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