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L’antico in punta di fioretto

È in edicola CasAntica 117. Uno dei servizi più ricchi di spunti, di materiali di recupero e oggetti storici riguarda una meravigliosa corte mantovana. Parliamo di uno di quei colossi rurali, in passato abitati da più famiglie, che rappresentano un’autentica scommessa in tema di recupero architettonico.
Ci troviamo nel territorio comunale di Suzzara (MN). La costruzione centrale rappresenta il nucleo più antico, risalente al Seicento. Le barchesse che lo circondano, invece, sono di epoca più tarda, presumibilmente ottocentesca. Da un punto di visto storico-architettonico, il complesso è particolarmente interessante, poiché abbraccia tutti gli stili che si sono susseguiti dal Seicento a oggi. Difficile distinguere gli interventi apportati nei vari periodi.

In questa corte, all’interno della costruzione centrale, l’architetto Simona Franti Setti e l’antiquario Federico Farloni hanno creato il loro sorprendente showroom. L’androne è l’ambiente dalla più spiccata vocazione espositiva. Vi si ammirano arredi e oggetti di varie epoche e di varia provenienza. Intorno a questo androne si aprono altre stanze che ricreano intriganti atmosfere domestiche, come se si trattasse di una casa vera e propria.
Fra gli ambienti ricreati c’è anche una grande camera bianca. In un angolo di questa stanza, arredata con un letto a baldacchino e una vasca, abbiamo ammirato un’autentica curiosità. Si tratta di una sorprendente collezione di maschere militari e da scherma. Il riferimento è rinvigorito da una tuta da schermitore risalente agli anni Trenta.

Si tratta di una raccolta di Federico, che è un autentico esperto d’antico e che – come tutti i ricercatori – ama studiare ed esplorare il mondo del recupero seguendo filoni e percorsi personalissimi. “Tutto è cominciato un paio d’anni fa – ci ha raccontato Federico – Ho cominciato dalle maschere sportive più classiche per poi sospingermi in direzioni contigue. Insomma: alle maschere da scherma ho cominciato piano piano ad affiancare altre maschere utilizzate in ambito militare”.

Basandosi sullo spessore della rete e la tipologia delle maglie protettive è possibile riconoscere le maschere da allenamento e quelle da competizione, da sciabola, da fioretto, da spada e altre discipline. “Alcune maschere sono da baionetta – ci ha rivelato Federico – Altre sono da mensur, combattimento rituale noto anche come ‘duello accademico’ legato soprattutto alla cultura tedesca e austriaca. I combattimenti erano un modo per dimostrare il proprio coraggio e la propria fedeltà all’accademia. Eventuali sfregi e cicatrici sul volto erano considerati motivo d’orgoglio”.

Non si tratta certo di materiali dalla storia domestica. Eppure, come abbiamo sempre scritto, queste bizzarre collezioni dialogano in maniera originalissima con l’estetica casalinga, regalando un tocco speziato a sapori altrimenti ben più prevedibili: la presenza di oggetti curiosi trasforma radicalmente le atmosfere degli interni, rivelando l’unicità e la personalità di chi abita quegli ambienti. E la collezione di Federico lo testimonia con chiarezza.

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