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Questa casa non è un albergo

E’ in edicola il nuovo numero di CasAntica. Stavolta abbiamo puntato su un minimalismo raro fra le riviste di settore. Tutte le pubblicazioni, dopo qualche anno di vita, tendono a proporre dimore sempre più spettacolari. Quasi sempre si tratta di strutture ricettive, perché in un albergo è facile sfoderare ambizioni scenografiche di forte impatto (anche giornalistico).
Ma una casa non è un albergo. E le ristrutturazioni “inavvicinabili” tendono a scavare un solco incolmabile con le esigenze degli appassionati. Si rischia di perdere di vista i confini: perché un conto è “sognare una casa antica”, altra cosa è “sognare un albergo”. Di tanto in tanto serve un ritorno alla semplicità, a una scala umana, a un antico in accezione più intima e “familiare”. E questo CasAntica ne fa tesoro.
Abbiamo accostato dimore piccole, se non piccolissime, all’insegna di una compostezza domestica e familiare. C’è la dimora toscana di una coppia che ha realizzato ambienti di raro equilibrio, entro le righe, privi di qualsiasi ammiccamento. C’è la dimora ravennate di un consulente d’antiquariato che ha creato un insolito connubio fra ricercatezza e frugalità. Ci sono anche due piccole dimore ospitali, ma ristrutturate con un minimalismo che le rende ancor più intime di tante dimore private. La prima è un piccolissimo rustico, in provincia dell’Aquila, ristrutturato dopo il terremoto del 6 aprile 2009 e che nasconde retroscena commoventi: il proprietario si è affidato a maestranze locali, alcune delle quali sfollate. La seconda è una stalla salentina ristrutturata da un architetto con i metodi – quelli veramente dimenticati – della tradizione pugliese.

Ph. Andrea Rinaldi

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