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Vetrine di famiglia

Nei mesi di lockdown, gli ambienti domestici hanno mutato di significato. Una trasformazione profonda ma ancora poco raccontata. È successo dapprima per gli esterni: nella primavera 2020 tutti si sono improvvisamente resi conto dell’importanza di possedere, se non un giardino, almeno un terrazzo, un cortile o un piccolo angolo verde. Ma, mese dopo mese, la mutata percezione degli esterni ha cominciato ad estendersi anche agli interni.

“Prima” dei vari lockdown, tante scelte stilistiche si effettuavano un po’ più “per gli altri”. “Dopo”, tanti hanno avvertito il bisogno di agire un po’ più “per sé”, realizzando ambienti che somigliassero ancor più profondamente a chi li abita, senza finzioni e senza ricorrere superficialmente ai filoni estetici più in voga in tema di arredamento. Vale anche per le case antiche. Molti appassionati di recupero hanno maturato un forte bisogno di verità, di sincerità e di autenticità. A livello di materiali strutturali, di mobili, di complementi d’arredo.

Per raccontare queste nuove esigenze sulle pagine di CasAntica 108, siamo tornati al Cucutì, una struttura di Ziano Piacentino aperta a un’ospitalità esclusiva: due sole persone per volta. Tanti nostri affezionati lo ricordano: il servizio era apparso appena due anni fa, durante il primo lockdown. Due anni dopo siamo tornati a visitarlo. Perché nelle giornate di massima emergenza, Barbara, la proprietaria, lo ha trasformato in cerca di una nuova genuinità, di una vera storicità familiare, di un legame più intimo con le proprie origini.

 

La radio del nonno

Per questo nuovo corso, Barbara si è divincolata dai precedenti modelli “lontani” (lo shabby chic, lo stile francese, le atmosfere d’importazione…) cercando materiali più autoctoni – a cominciare dal legno al naturale – e soluzioni più geograficamente, culturalmente e affettivamente vicine. A cominciare dai propri adorati nonni Cetta e Reno. I protagonisti degli ambienti rimessi a nuovo sono proprio loro. Lo si evince sin dall’ingresso, dove su uno scaffale ha trovato posto la vecchia radio del nonno.

 

Vecchi utensili in cornice

Tanti altri piccoli oggetti, compresi gli utensili più umili e rovinati, sono esposti in bella vista. Un vecchio infisso – in origine era la porta di un fienile – è stato semplicemente addossato alla parete e trasformato in pannello espositivo impreziosito da piccole curiosità che raccontano la storia di famiglia. Ci sono le forbici di nonno Reno. C’è la rotellina la pasta che usava nonna Cetta. Ci sono foto di famiglia

 

Tesori per la tavola

Nel restyling affettivo operato da Barbara, ampio risalto è stato affidato alle vetrine, realizzate con vecchie ante di finestra, piccole o grandi, lasciate praticamente intatte, con le imperfezioni e le stuccature originali. Con queste finestre, Barbara ha realizzato vetrine prive di fondale che, adagiate al muro, lasciano vedere la trama della parete retrostante. Sui vari ripiani interni hanno trovato posto tutti i tesori domestici di nonna Cetta. Le posate, i piatti, i bicchieri, le zuppiere, i servizi per la colazione, vassoi, tovaglie, tovaglioli

 

Profumo di corredo

Le stesse scelte sono state effettuate anche nello stupendo bagno, un ambiente molto grande, articolato in settori e punteggiato di mobili protetti da semplici retine, dove si scorge la biancheria per il bagno ricamata dalla nonna. Un omaggio al passato, quando il corredo, la biancheria e i tessuti d’arredo erano un tesoro da passare da madre a figlia, di generazione in generazione. Oggi al corredo non ci pensa più nessuno. Men che meno nell’arredamento della propria casa. Barbara, invece, lo ha valorizzato. E, guardando quei ripiani, l’affetto e le tenerezza della nonna si avvertono intensamente. Come una carezza. Una sensazione che non si percepisce in tutte le case. 

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