CasAntica n°113 luglio agosto

CasAntica 113 pone l’accento sulla gradualità dell’antico. Perché con i materiali di recupero si familiarizza step by step. È il caso di una dimora del Chianti classico ristrutturata da Elena. Nel corso di quasi trent’anni ha riportato in vita diverse costruzioni di un piccolo borgo. Quella che vi presentiamo è l’ultima fatica, con ambienti dalle intriganti fascinazioni “industrial” filtrate da un vivido culto per l’artigianato e la toscanità.

Anche la scala dimensionale delle architetture rurali presuppone gradualità. Recuperare certi giganti significa agire un po’ per volta. Come nel caso dei Canonici di San Marco, un recupero veneto che abbraccia tante sfaccettature dell’antico. Rispetto alla nostra prima visita, sette anni fa, i lavori non si sono mai fermati. E le nuove sorprese – fra cui i salotti creati nella meravigliosa barchessa e due tende d’ispirazione floreale – rappresentano una preziosa lezione di consapevolezza estetica applicata all’antico.

C’è anche un gigante sardo, a Santa Teresa di Gallura. Sulle prime doveva essere una semplice casa per le vacanze. Ma la proprietà è cresciuta sino a diventare una grande tenuta in stretta sinergia con il paesaggio.

La gradualità è associata anche allo stato di conservazione della casa. C’è chi parte da zero e chi, invece, interviene su architetture già recuperate. Come nel caso di una dimora in Val Luretta, nel piacentino. Il padrone di casa – che vive a Roma ma è originario proprio di queste zone – ha personalizzato una costruzione già ristrutturata, accostando seduzioni senza tempo tipicamente locali e un vivido culto per il design contemporaneo. Un connubio riuscitissimo.