CasAntica n°115 ottobre

CasAntica 115 esplora case dalla forte personalità, profondamente somiglianti a chi le abita. Un concetto poco dibattuto dalle testate che si occupano di architettura contemporanea. La ragione? Le case ancora in attesa di essere abitate somigliano a chi le ha progettate. Ma giorno dopo giorno gli ambienti cominciano a diventare il ritratto dei desideri, delle ambizioni, della sensibilità e anche della formazione culturale di chi li abita. La varietà d’approcci è sterminata: da una parte ci sono case abitate da chi strizza l’occhio all’estetismo più ricercato, dall’altra ci sono case che traducono il pragmatismo più asciutto. Fra questi due estremi, regna un’infinità di varianti. Alcune caratterizzate da una personalità tenuta a freno. Altre liberamente trasfigurate con vivida soggettività. E questo CasAntica fa tesoro di dimore che possono essere considerate veri e propri autoritratti.

Come la dimora di Emily e Fausto. Lei body builder di livello internazionale, lui personal trainer con trascorsi di artista circense. Si sono conosciuti e innamorati. Per almeno un anno hanno costantemente viaggiato, maturando il sogno di una casa antica tutta per loro. L’hanno trovata a Chioggia (VE). E tutto quel contiene è stato creato con le loro stesse mani. Un esempio di creatività e di laboriosità che si dipana in profondità: non ambiente dopo ambiente, bensì arredo dopo arredo.

Più stratificato storicamente l’autoritratto di Patrizia, partita da Genova sognando una dimora toscana aperta all’ospitalità. Inoltrandosi in un bosco di San Casciano dei Bagni (SI), ha scoperto un’antica dimora rosa con le finestre blu: “Mi è apparsa come una signora del bosco”. Questa costruzione, cinquant’anni prima, era già stata riformulata da un nobiluomo. Patrizia ha fatto tesoro di quanto realizzato prima di lei, e, da lì, è cominciato il suo dialogo, delicato, avvolgente, femminile, con l’antico.

Più spiccatamente concettuale è la dimora di Elisabetta, coreografa e danzatrice proiettata nel mondo dell’interior designer. Dopo anni trascorsi all’estero, è tornata a vivere nella casa di famiglia, a La Spezia, trasfigurandola con sensibilità artistica e un bagaglio di consapevolezze insolite, maturate nel raffronto con altre culture.

C’è anche un mulino di Borghetto Lodigiano dove, anticamente, si produceva olio di noci. Eleonora e Cristiano lo hanno recuperato, ripristinandolo ma – aspetto che potrebbe sembrare una contraddizione – personalizzandolo con vivida soggettività.