Casantica n°119 marzo

Il mondo del recupero architettonico abbraccia dimore storiche dai trascorsi importanti e costruzioni rurali dal passato molto meno altisonante. Due tipologie opposte che presuppongono un approccio al recupero radicalmente diverso. Nelle prime case, quelle dalla storia importante e dalla caratterizzazione cronologica precisa, il passato è già scritto. Per valorizzarlo serve soprattutto un lavoro di sottrazione delle interferenze cronologiche. Un impegno che presuppone rispetto, studio e consapevolezze mirate. Nelle case dai trascorsi meno ambiziosi, al contrario, il passato è spesso da ritrascrivere. E, trattandosi di un antico generico, privo di caratterizzazioni cronologiche precise, è lecito concedersi un pizzico di libertà in più.

Questi due percorsi opposti – ma egualmente interessanti e meritevoli d’attenzione – rappresentano la chiave di lettura di CasAntica 119. Il primo servizio pilota riguarda La Brunelde, una dimora storica friulana, di Fagagna (UD), dalle origini medievali e trasformata, nel primo Cinquecento, in una residenza nobiliare di campagna. Nei suoi interni, il passato era già potentissimo e necessitava di essere liberato dalle interferenze sedimentate negli anni.

Un secondo servizio riguarda invece un podere contadino toscano, a Borgo a Buggiano (PT), e due casette dalla storia non antichissima. Qui, i proprietari hanno dovuto scrivere il passato che non c’era. Lo hanno fatto servendosi dei materiali della tradizione “rielaborati” con una libera creatività e seduzioni estetiche inedite. Il risultato ottenuto è un vero e proprio esempio di antico “giovanissimo”.

Ci sono poi alcuni servizi che abbracciano delicate storie familiari. È il caso di una cascina piemontese, a Bogogno (NO), riformulata con due approcci estetici “personalizzati”: uno per il settore abitato da una mamma; l’altro per il settore abitato dalla figlia..

C’è anche un reportage che ripercorre quarant’anni di vita vissuta. È uno scorcio di Montefeltro romagnolo, a Secchiano di Novafeltria (RN), rivitalizzato da Alessandra. Oggi, la proprietaria deve abbandonare il suo sogno. E il servizio è occasione per raccontare cosa significhi dover lasciare un luogo tanto amato. Succede sempre più spesso anche nell’ambito dell’antico.