CasAntica n°125 ottobre
Salottino en plein air con stufa da esterno e confortevoli sedute
Camera matrimoniale con pareti faccia a vista e in tadelakt verde-blu
Varco dalla sommità arcuata da cui si accede alla scala
Cucina-sala da pranzo dalle tinte scure
Cemera da letto con bagno vetrato
Soppalco con due letti singoli, separati da una finestra
Vasca da bagno di design moderno in contrasto con l'ambiente antico
Camera matrimoniale con arredi sobri e ridotti all'essenziale

CasAntica n°125 ottobre

Prezzo di listino
Esaurito
Prezzo scontato
€7,50

CasAntica lo puoi acquistare quihttps://sprea.it/rivista/39571-casantica-n125

L’antico e la tipicità – che si direbbero concetti immutabili e sempiterni – sono in costante metamorfosi. CasAntica 125 esplora queste nuove direzioni. È il caso di una costruzione di fine Ottocento, nel Chianti, dove l’essenza toscana convive con arredi antiquari provenienti da lontano, oggetti di design internazionale e tecniche artigianali d’importazione, come il tadelakt.

Questo sguardo privo di barriere geografiche trova conferma anche in una dimora immersa in uno spettacolare paesaggio umbro. Negli interni, l’essenza regionale dialoga con arredi di un elegante, sobrio e funzionale gusto nordico. La dimora padronale promuove un cromatismo austero, formulato sul bianco, sul nero e su tonalità naturali; l’annesso che sorge dirimpetto si caratterizza per un approccio più fantasiosamente colorato.

Un terzo servizio racconta di due piccole costruzioni legate a un mulino affacciato su un affluente dell’Arno. Una quarantina di anni fa, queste costruzioni erano già state oggetto di un recupero. Oggi sono state rivisitate all’insegna di un approccio conservativo: gli esterni, gli ambienti, le tracce antiche e i materiali storici sono stati salvaguardati, armonizzati dalla patina vibrante e luminosa della calce naturale.

C’è un ulteriore restauro di grande interesse. Riguarda il progetto “Sextantio - Le Grotte della Civita”, albergo diffuso dei Sassi di Matera considerato un riferimento internazionale in tema di recupero architettonico. Si tratta della recente apertura del Palazzo della Civita, struttura seicentesca che si fonde con l’architettura rupestre. I nuovi interventi – che riguardano una chiesa sconsacrata e una cantina che si inoltra nel ventre di Matera – rappresentano una testimonianza culturale per l’intera collettività. L’intento? Impedire che la ridestinazione turistica corrompa l’integrità storica sedimentata in luoghi millenari.