Lettera di Enzo e Simona
/ Lettera di Enzo e Simona

Ragazzi,
in saletta c’è una bella pastiera napoletana pronta per essere gustata. Sono gli auguri di buona Pasqua di Simona ed Enzo, due affezionati lettori di Casantica.

Buonasera a tutti,

siamo Enzo e Simona, gli amici napoletani del vostro carissimo Antonio Bianchi.

Finora, dal giorno in cui bussammo in punta di piedi alla porta di Casantica, abbiamo sempre comunicato con il solo Antonio e non certo per suo protagonismo. 

Tutte le e-mail scambiate, si sono susseguite sulla scia della prima risposta di Antonio dalla sua cassetta postale @3ntini….

Oggi scriviamo come la prima volta, a Casantica.

In un editoriale di Stefano Trentini di di qualche tempo fa, leggemmo una cosa che ci colpì, semplicemente perché condivisa appieno. Si parlava di quando per viaggi di servizi, vi ritrovate ad essere “estranei in casa d’altri, e ospiti di estranei”… di come questo duplice aspetto necessita da parte di entrambe (ospiti e padroni di casa), di un lento abbandono del ruolo sociale e professionale, della maschera di ciascuno, e di come questo lento incontro sfocia sempre in inevitabile amicizia.

Con Voi, lo abbiamo assaporato da subito pur non avendo avuto –ancora- il piacere di ospitarvi.

E dobbiamo dire che Antonio è stato immenso.

Antonio è per noi l’immagine di Casantica, ma siamo certi che a partire dall’Editore tutto lo staff è fatto di persone eccezionali; è la materia stessa che trattate che vi rende tali, prima ancora di come lo fate.

In questi anni di e-mail scambiate con Antonio, ci siamo detti tante cose… “antiche e non”, e ciò ha rafforzato di giorno in giorno il legame multisensoriale stabilito da subito, al punto da esigere da parte mia (Enzo) di “sentire” la voce di Antonio.

E’ stato naturale comporre il numero della redazione e chiedere di poter parlargli, e ancor più naturale farlo, come ad un amico che si conosce da sempre, e con un pizzico di rammarico per non averlo fatto prima… 

E’ questa la magia di Casantica.

Il mondo che ci accomuna annulla ruoli, età, e “barriere dialettali”, e l’ultimo esempio ne è il servizio dedicato al Presepe Napoletano.

E’ accaduto quanto previsto, mi sono emozionato nel vedere pubblicate piccole case di sughero, e ancor più nel leggere nel testo i riferimenti alle mie perpetue divagazioni su ogni tema, che, con la cura di un filatelico, Antonio aveva catalogato e conservato.

Dovrò stare attento per il futuro a misurare i “contenuti extra”, e proprio quando non potrò farne a meno, li scriverò in “vernacolo” per renderglieli  incomprensibili… ma di questo non ne sono molto certo: con i miei ripetuti bombardamenti di napoletanità (dalla quale occorrono forti dosi di tortelli reggiani quali antidoto), sono convinto non solo della traduzione certa, ma anche della perfetta pronuncia.

Grazie di cuore Casantica, grazie Antonio.

Vi auguriamo un prosieguo di 2014 ricco di numeri emozionanti …e a vedere già il primo… direi che si prospetta un’ottima annata.

Debbo dire che i numeri di Casantica in cui ci omaggiate, hanno ottimi corrispettivi nella “Smorfia Napoletana”.

Già, il numero 45 (con la Calcara) è “ ‘O vino  bbuono” (il vino buono-facile da tradursi-), il 57 è invece……    “ ’O Scartellato” (il gobbo), figura scaramantica per antonomasia a tutte le latitudini…

Buon 2014

Enzo e Simona