CasAntica n°120 aprile

Un banchetto particolarmente sontuoso. Le dimore che abbiamo selezionato per CasAntica 120 sono autentici colossi che abbracciano una insolita varietà di atmosfere del passato, ben oltre la semplice distinzione fra “zona giorno” e “zona notte”.

C’è più di una ragione: le costruzioni antiche si declinano spesso al plurale. La dimora padronale vera e propria è spesso affiancata da un altro corpo di fabbrica, se non più d’uno, strettamente raccordato alla costruzione principale. Va da sé che, mentre le nuove case hanno un piccolo cuore domestico, le dimore recuperate devono averne spesso più d’uno, che deve essere dislocato fra le varie costruzioni in modo sempre diverso, facendo tesoro del percorso e delle articolazioni fra i vari ambienti.

Il caso più ricorrente è rappresentato dai complessi rurali che abbracciano due costruzioni: una dimora padronale e un annesso anticamente adibito a stalla, fienile, magazzino, ricovero attrezzi. Su CasAntica 120, questa combinazione è esemplificata da un incantevole casale incastonato nel meraviglioso paesaggio di Castelfalfi, nel territorio di Montaione (FI). Le due costruzioni – una riservata ai padroni di casa, l’altra a parenti e amici, raccordate concettualmente da un “cuore” en plein air – sono state ristrutturate con sorprendenti finezze progettuali dall’architetto Alessandra Cipriani di Firenze.

Villa Cicchi, nel territorio di Ascoli Piceno, si caratterizza per una varietà di atmosfere interne ancor più articolata e complessa. Si tratta di un complesso architettonico volumetricamente compatto: la dimora padronale, gli antichi alloggi dei contadini e gli ambienti di lavoro sono raccordati fra loro o edificati in stretta prossimità. All’interno si scoprono ambienti rurali, saloni permeati di un gusto signorile, un’affascinante cantina con speroni di roccia che affiorano dal pavimento e, addirittura, una chiesetta.

Un caso eclatante è rappresentato da Villa Castiglione Ugolino, uno dei fiori all’occhiello della Tenuta di Murlo, proprietà perugina che rappresenta un progetto esemplare di tutela paesaggistica e di recupero architettonico. La villa ha un nome singolo. Eppure abbraccia due colossali costruzioni distinte: c’è una dimora padronale d’epoca rinascimentale e, dirimpetto, una monumentale fortificazione medievale che ingloba al suo interno addirittura una chiesa, con campanile svettante.

A completare il banchetto, a mo’ di fresco dessert, c’è anche una casa che racconta una creatività contemporanea applicata ad arredi e oggetti vintage. È una costruzione colonica di Imola (BO), rivisitata con fantasia e soluzioni di grande impatto scenografico da Corina Jucan, direttrice artistica e anima poetica di una nota azienda specializzata nel recupero di oggetti europei del ventesimo secolo.

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