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Alberghi diffusi: lezioni “orizzontali” d’antico

Il 6 novembre, a Portico di Romagna (FC), si svolgerà l’Assemblea nazionale annuale degli Alberghi Diffusi. L’argomento è strettamente intrecciato a CasAntica. I nostri lettori hanno avuto modo di constatarlo ammirando gli alberghi diffusi di Santo Stefano di Sessanio ( CasAntica n° 12 ) e dei Sassi di Matera ( CasAntica n° 28 ).
Per chi non lo sapesse, un albergo diffuso è una struttura ricettiva “orizzontale” che coinvolge edifici antichi e vecchie costruzioni disseminate in un piccolo centro (borghi storici, piccoli villaggi, minuscole località di campagna…). Gli interni sono spesso formulati con una ferrea adesione alle tradizioni locali: materiali strutturali, arredi e modalità di restauro assecondano quel rigore filologico che, in passato, si riscontrava solo in alcune case-museo della civiltà contadina. Un rigore che, declinato in accezione turistico-ricettiva, spalanca straordinarie opportunità di sviluppo. Il concetto base è quello di autenticità, a livello di ambienti, di cibo, di modalità di fruizione… Chi soggiorna in un albergo diffuso vive a tutto tondo la realtà locale, interagendo con gli abitanti.
L’ospitalità diffusa – inizialmente basata su esempi d’importazione – sta conquistando un’identità sempre più “italiana”. Il modello nostrano è stato formulato da un consulente di marketing turistico riminese – Giancarlo Dall’Ara, docente all’Università di Perugia – e prevede requisiti specifici (schematicamente: gestione unitaria, dislocazione delle unità abitative – o camere – in più edifici, presenza di una comunità ospitante “viva”, stile gestionale integrato nel territorio e nella sua cultura).
Da qualche tempo esiste un’ Associazione nazionale degli Alberghi Diffusi (ADI) che coinvolge una quarantina di strutture alberghiere disseminate sull’intero territorio italiano. L’Assemblea del 6 novembre, ospitata dall’Albergo diffuso “Al Vecchio Convento” di Portico di Romagna, sarà occasione per fare il punto sulla situazione attuale e sulle direzioni future (fra cui l’adozione di una forma di classificazione per categorie) di un modello oggi riconosciuto, con norme specifiche, da 11 Regioni: Sardegna (dal ‘98), Friuli (dal 2002), Marche, Umbria (dal 2006), Liguria, Emilia Romagna, Trentino (dal 2007), Toscana, Calabria, Lazio (dal 2008) e Molise (da quest’anno). Presto potrebbero accodarsi anche Veneto e Lombardia. Una curiosità: attualmente, le regioni con la maggior concentrazione di alberghi diffusi sono la Puglia, le Marche, il Molise e la Toscana.

Ph. Antonietta D’Affuso/CAM On

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