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Panoramica dall'alto di Villa Ottolenghi Wedekind
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Magnificenza senza tempo

Costruita nella prima metà del Novecento dal conte Arturo Ottolenghi e dalla moglie Herta von Wedekind zu Horst, Villa Ottolenghi Wedekind è la dimora padronale del Complesso di Borgo Monterosso ad Acqui Terme, riconosciuto manifesto del bello, dell’armonia e del buon gusto, in quanto frutto della collaborazione tra le migliori menti creative del secolo scorso.

Il passato glorioso di Villa Ottolenghi Wedekind

La storia della villa inizia nel 1923, quando due giovani sposi, il conte Arturo B. Ottolenghi ed Herta von Wedekind, acquisirono un’antica dimora sulle colline di Borgo Monterosso. Lui, avvocato discendente da una famiglia di origine ebraica nota ad Acqui; lei, artista tedesca fra le avanguardie del primo Novecento, innamorati del panorama che si può ammirare dalla posizione in cui oggi sorge la villa, ne affidarono la progettazione prima a Federico d’Amato e poi al celebre architetto Marcello Piacentini. Amanti dell’arte e della bellezza, i coniugi adoravano circondarsi di importanti artisti, come testimonia la presenza di numerose opere d’arte all’interno della villa e in tutto il complesso. Il mecenatismo degli Ottolenghi portò a Monterosso diversi esponenti artistici: tra i nomi più noti, Fortunato Depero, Adolfo Wildt, Libero Andreotti, Fiore Martelli, Arturo Martini, Rosario Murabito, Venanzo Crocetti e Ferruccio Ferrazzi. Alla morte prima di Arturo, poi di Herta, fu il figlio Astolfo a portare a termine l’opera dei genitori. Al completamento della dimora parteciparono l’architetto paesaggista Pietro Porcinai, Amerigo Tot con il balcone-scultura e Rosario Murabito con i suoi graffiti. Nel 1979, anno della morte di Astolfo, il sogno della famiglia Ottolenghi si interruppe e iniziò lentamente a spegnersi: da testimonianza straordinaria dell’arte moderna, la villa rimase vuota, spogliata di tutti i suoi arredi e abbandonata, fino al momento in cui, nel 2006, è passata a Vittorio Invernizzi, il quale si sta impegnando a ridare un futuro al motto di Arturo ed Herta: “AEDIFICAVIMUS FIDENTER (costruiamo con fiducia e fedeltà)”.

Il Tempio di Herta e il Paradiso Terrestre

Non lontano dalla villa, il Mausoleo, oggi “Tempio di Herta”, e il Parco, ricavato da un preciso disegno scenografico che prende il nome di “Paradiso Terrestre”. L’enorme portale del Tempio, di bronzo, nichel e rame inciso, monumentale opera dei maestri Ernesto e Mario Ferrari, fa da preludio alla bellezza degli affreschi di Ferruccio Ferrazzi, e dei mosaici realizzati dalla scuola musiva di Ravenna. Intorno alla villa, il Giardino formale, il Pozzo, gli Studi, il Cisternone (o Raccolta delle Acque) e la Passeggiata che corre lungo il perimetro del complesso, i Graffiti, il Pergolato di glicine, la Piscina, la Cantina… tappe di un percorso di scoperta che sorprende per la cura del particolare, mentre qua e là spuntano capolavori in ferro battuto, tra i quali emergono le imponenti Sculture di Herta.

Sentirsi ospiti in casa dei Conti

Villa Ottolenghi Wedekind è una dimora privata, dunque è possibile visitarla solo su prenotazione nei weekend. Le visite guidate sono ricche di particolari stupefacenti; si raccontano arte e architettura, natura e gusto del bello. Inoltre, la villa oggi è anche un Relais di charme, i cui ospiti possono vivere un’esperienza fuori dall’ordinario, soggiornando negli ambienti di Arturo ed Herta, oltre a godere di tanti servizi e comfort. La villa è inoltre una location ideale per matrimoni ed eventi, grazie alla disponibilità di servizi di catering, alle sale illuminate da splendide vetrate, ai magnifici giardini e il grande parco, con una zona piscina.

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