Tempo di foliage
In alcune zone d’Italia, specie nelle località montane, è già trionfante da giorni. Parliamo del foliage, il momento – purtroppo fugace – in cui le giornate sempre più brevi e l’escursione termica sempre più marcata fra giorno e notte muta il colore della vegetazione e gli alberi cominciano a perdere le foglie. L’autunno più emozionante.
I paesaggi diventano un tripudio di colori, di sfumature e di tonalità. Giallo, arancione, rosso, viola e marrone. Una sinfonia cromatica forse ancor più travolgente di quella primaverile. Una sorta di canto del cigno, prima del lungo sonno invernale. Una gioia per gli appassionati di giardini e, soprattutto, per chi si diletta di fotografia. I panorami sono talmente spettacolari da rendere al meglio senza bisogno di ricorrere a tecniche e consapevolezze da professionisti.
Le settimane del foliage sono un periodo magico anche per le nostre case antiche. Che, in questo periodo, diventano sorprendentemente fotogeniche. Eppure le riviste di settore sembrano preferire la primavera e l’estate. Una scelta involontariamente condizionata dai proprietari, desiderosi di veder pubblicate le loro case con gli accorgimenti “più opportuni” (e meno fantasiosi). Insomma: quasi sempre i proprietari preferiscono rimandare tutto ad aprile, maggio o giugno per cavalcare la stagione delle fioriture, per inebriarsi del verde, per sottolineare la presenza di una piscina in bella vista e per esaltare i cieli da cartolina, d’un azzurro sin troppo splendente e irreale.
Pochi pensano che è soprattutto in autunno che le atmosfere domestiche rendono ai massimi livelli, sia nel caso degli esterni che degli interni. Pensateci bene: non succede in estate, quando gli interni diventano un po’ più marginali. Lo stesso succede in inverno, con gli esterni (con l’unica eccezione dei paesaggi innevati). L’unica stagione in cui esterni e interni sono, contemporaneamente, al massimo del loro splendore è proprio l’autunno. Meglio ancora: il periodo del foliage.
Su CasAntica 106 c’è un servizio che ne fa più che mai tesoro. Curiosamente, riguarda una costruzione in pieno centro storico, contesto in cui nessuno ipotizzerebbe una caratterizzazione stagionale tanto marcata. Eppure, oltrepassando il portone d’ingresso di alcuni storici palazzi cittadini, talvolta si scopre un giardino segreto dalle fascinazioni incredibili. Come nel caso di Palazzo Albricci Peregrini, un palazzo risalente al XV secolo, nel cuore di Como. Lo abbiamo visitato nel 2020, alla vigilia del secondo lockdown. E abbiamo trovato un contesto in cui la natura e i materiali di recupero della tradizione – il cotto, la pietra, il ferro, il legno… – si esaltano vicendevolmente.
Vale anche per l’atmosfera domestica. Perché gli interni dialogano con gli esterni da molteplici punti di vista. E Palazzo Albricci Peregrini si compone di ambienti diversificatissimi. Alcuni si caratterizzano per le seduzioni rustiche, altri per un approccio al recupero più luminoso e proteso in avanti, altri ancora ammantati di un gusto velatamente aristocratico. E ogni tipologia d’ambiente entra in correlazione con l’esterno creando effetti imprevedibili.