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Camini: eleganza per quattro stagioni

Certamente, in inverno offre il meglio di sé, specie con un bel fuoco scoppiettante. Ma l’eleganza di un bel camino non ha stagione. Anzi: per certi versi potremmo dire che, per coglierne appieno le finezze strutturali e le caratteristiche estetiche di un camino è bene contemplarlo da spento, anche nel cuore dell’estate.

La storia del camino è particolarmente affascinante. E corre su più binari. Da una parte ci sono esemplari che hanno sempre promosso la dimensione funzionale (scaldare, cucinare…). È il caso dei camini assemblati con materiali eterogenei (pietra, legno, cotto…) e di quelli, privi di particolari ambizioni estetiche, che si ammiravano nelle case antiche meno altisonanti. Per contro, dal medioevo in poi, altri focolari – proprio in nome della loro centralità domestica – hanno assecondato una costante e miratissima evoluzione estetica.

Visitando l’esposizione di Simone Marro, a Cervasca (CN), si rimane conquistati dall’incredibile varietà estetica che ha caratterizzato l’evoluzione del focolare domestico. Fra le centinaia di esemplari dislocati in uno spazio espositivo di ben 4.200 mq, è possibile ammirare camini antichi, di notevole dimensione, provenienti da castelli o dimore nobiliari, e cornici che assecondano tutti i linguaggi e gli stili architettonici e storico-artistici che si sono susseguiti sino al Novecento.

 

Un camino gotico, in pietra, di provenienza francese

 

Cornici medievali

In epoca medievale, le cornici erano spesso molto grandi e centrali. Di solito, si aveva un solo camino per casa. E quell’unico focolare, di norma collocato nei locali in cui si cucinava, doveva scaldare l’intera abitazione. Nei castelli o nelle dimore più sontuose ci si poteva permettere svariati camini, anche di grandi dimensioni. Erano costruiti in pietra, con decorazioni più o meno elaborate, e, solitamente, poggiavano su pavimenti o basamenti in pietra o in cotto. Spesso, queste cornici erano abbellite da una piastra metallica (dapprima in ferro e poi in ghisa) collocata sul muro retrostante (questa piastra assolveva a più ruoli: proteggeva la parete, impreziosiva il camino, assorbiva il calore rilasciandolo anche quando il fuoco era stato spento), da alari muniti di ganci o portacoppe (ricordiamo che il camino serviva anche per la cottura dei piatti o per tenere in caldo le pietanze) e, talvolta, da catene pendenti per la cottura lenta della carne. 

 

Un camino in pietra del ‘500, con stemma nobiliare e mascheroni, proveniente dal nord Italia

Affinamenti rinascimentali

Nel Rinascimento, l’ondata di decorativismo classico investì anche l’interno delle dimore. I camini erano realizzati in materiali lapidei sempre più fini e ricercati. Pensiamo alla pietra di Vicenza, di Borgogna, al Botticino… E alla finezza dei materiali corrispondeva anche un’accresciuta accuratezza di sculture, finiture e decori. Anche i camini rinascimentali erano di grandi dimensioni. Gli accessori erano sostanzialmente gli stessi d’epoca medievale, seppur caratterizzati da una sempre più marcata differenziazione fra quelli associati alle cucine o agli ambienti della servitù (dove gli accessori erano all’insegna di una perdurante semplicità) e quelli associati ai piani nobiliari e alle sale di rappresentanza

 

Un camino settecentesco italiano in marmi intarsiati

 

I secoli del decorativismo

Dal Barocco in poi, grazie agli scambi commerciali tra nazioni e all’imperversare delle monarchie europee, si afferma un crescente decorativismo che si traduce anche negli elementi architettonici da interni. A cominciare dai camini, naturalmente, che diventano più piccoli ma anche più sontuosamente decorati. Numerose botteghe artigiane si specializzano nello stile dominante delle varie epoche, spesso lasciando la propria firma con un decoro peculiare. 

Sono i secoli in cui il marmo imperversa. Vale per i camini Luigi XIV come per quelli Déco, passando per gli esemplari rococò, neogotici o in stile Impero

In questi secoli, i camini si moltiplicarono. Non più un solo grande esemplare per casa, bensì svariati camini collocati nei vari ambienti. Nelle dimore nobiliari fanno capolino anche nelle stanze da letto, seppur caratterizzati da misure ridotte e decori più semplici (per questo, più rari da trovare in commercio) rispetto agli altri ambienti.

 

Un camino italiano dell’Ottocento, in marmo bianco di Carrara

Italia VS Francia

Con la diffusione del marmo, inizia la grande differenziazione tra camini italiani e francesi. Gli artigiani italiani avevano a disposizione molte cave di marmo locali e potevano concedersi di scolpire blocchi monolitici, usando più materiale ma rendendo le cornici dei camini meno profonde e più pesanti. Gli artigiani francesi, per contro, dovevano importare il marmo dall’Italia (a cominciare dall’ambitissimo marmo bianco di Carrara), per cui realizzavano le cornici con un sistema a lastre che consentiva di utilizzare meno materiale ma anche di agevolare il trasporto (una lastra per il frontone, due lastre per i laterali, due per le gambe e una per la mensola superiore). 

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