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Andrea, il “professore” dei forni in terra cruda

“Il primo l’ho realizzato nel 2006 con alcuni bambini
E dopo due anni è ancora perfettamente funzionante”
Costa poco, si aggiusta in un soffio ed è creativo
“Ma attenti alla pioggia e all’umidità di risalita”

Abbiamo sempre decantato le lodi della terra cruda, un materiale usato dalla notte dei tempi, economicissimo e dalle insospettabili virtù (buona coibentazione termica, buon isolamento acustico…). Stavolta, invece di proporvi un sito “istituzionale” sull’argomento, abbiamo pensato di presentare un’esperienza umana e dai tratti giocosi, quella di Andrea Magnolini.
Sul sito www.coopdulcamara.it – digitando sulla voce Terra cruda – è possibile leggere una sua testimonianza impregnata di passione ed esempi concreti.
Andrea è originario di Brescia ma da qualche anno vive a Porretta Terme (BO). Ha compiuto 30 anni lo scorso luglio. Di professione è educatore ambientale. Ed è uno dei pochissimi interlocutori italiani ferrati sull’argomento. “Ho scoperto la terra cruda parlando con un amico, Giobbe di Selva Piana. Poi ci sono stati incontri importanti con Alberto Rabitti, un ingegnere reggiano che si occupa di ripristino di costruzioni in terra cruda, e con Martin Stoppel, un bravissimo artigiano che ha realizzato opere in terra cruda per un eco-villaggio sperimentale in provincia di Arezzo. E poi vale la pena citare l’Ecoistituto di Cesena, che fra l’altro ha una biblioteca fornitissima sull’argomento”.
Il modo migliore per accostarsi alla terra cruda, per Andrea, è la realizzazione di manufatti come stufe in muratura (la terra assorbe, accumula e rilascia calore per molto tempo) e forni in terra cruda (che consentono di cucinare pane, pizza, dolci e altre ghiottonerie). Un argomento, questo, che ci è piaciuto tantissimo. Ed è così che abbiamo avuto l’opportunità di contattare Andrea. “Questi sono forni antichissimi – ci ha spiegato – Venivano fabbricati da celti ed etruschi 3300 anni fa. Ma non solo: la terra cruda si plasma con estrema facilità e stuzzica la creatività”.
Nel luglio di due anni fa, Andrea ha realizzato un primo forno in terra cruda con i bambini di un campo estivo. “L’idea mi fu suggerita da Giobbe – racconta Andrea -. Ancor oggi, dopo due anni, il forno è perfettamente funzionante”.
I pregi? “Costa poco: un gruppo di cinque persone può costruire un forno in un paio di giorni con un costo che varia dai 5 ai 40 euro. Scaldato a dovere, un forno con una cupola spessa circa 12 cm può mantenere la temperatura costante per un paio d’ore. L’ideale per pane, torte o biscotti. E se dovesse rompersi, la cupola può essere agevolmente ricostruita”. Difetti? “Questi forni temono l’acqua (pioggia) e l’umidità di risalita. Per realizzarne uno resistente, bastano un tetto ed alcuni accorgimenti nelle fondamenta”.
Da qualche tempo, Andrea tiene corsi per la costruzione di forni. “Chi li frequenta? Persone di tutte le età. Dai bambini ai nonni”. Le prevedono argomenti introduttivi (fondamentale, per esempio, la capacità di riconoscere la tipologia del terreno) per poi passare agli aspetti pratici (un esempio di cottura razionale settimanale: con un solo carico di legna è possibile cuocere 10-15 chili fra pizza, torte, biscotti, pane: un bell’esempio di risparmio). Al termine delle lezioni, viene consegnata una schematica dispensa con tutte le informazioni necessarie.
I materiali? Mattoni refrattari, mattoni bucati, sabbia, secchi, cazzuole, badili, una presa dell’acqua, un posto dove prelevare la terra, due sacchi di paglia, qualche ramo flessibile (tipo sambuco, salice o nocciolo) e un sito dove poter realizzare il forno. Di norma, il primo giorno si pranza con una pastasciutta. Ma già dal secondo è possibile gustare pizza, torte e verdure cotte direttamente nel forno appena realizzato.

Ph. Coop Dulcamara

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