Anfratti medievali
Imparare a leggere le tracce del passato è una delle avventure più affascinanti per chi si appresta a ristrutturare casa. Basta aprire bene gli occhi per scovare un mare magnum di indizi rivelatori. A cominciare dai fori, quelli praticati alle pareti, al pavimento, al soffitto… Le costruzioni del passato ne sono spesso piene. Per la gioia dei tanti che amano le nicchie e i giochi plastici, esteticamente molto affascinanti. Ma è abbastanza interessante pensare che, al contrario di oggi, queste presenze non avevano una ragion d’esser esclusivamente estetica. Al contrario, spesso erano al servizio di ragioni strutturali e funzionali completamente dimenticate e, talvolta, misteriose.
Ingresso fortificato
Quanto più indietro nel tempo si va, tanto più i dettagli si moltiplicano. Come nel caso delle costruzioni medievali. Tutte le foto che corredano questo post riguardano una stessa antichissima casa-torre nei dintorni di Parma.
La struttura muraria è talmente massiccia che alcuni varchi erano funzionali all’apporto di luce in contesti altrimenti oscuri. Vale per il grande ingresso fortificato: un enorme portico praticamente inglobato dalle possenti pareti. Per incrementare la luminosità di questo ambiente di passaggio, a metà fra cortile e dimora vera e propria, si trovano pochissime finestrelle collocate ad altezza debita.
Bisogno di luce
Il bisogno di luce si afferma anche negli interni: in una grande costruzione fortificata, non tutti gli ambienti si trovano a ridosso del perimetro e, dunque, è impossibile far tesoro di finestre e varchi affacciati sull’esterno. L’unico modo per illuminare sufficientemente queste stanze oscure era far tesoro della luce degli ambienti confinanti, praticando alle pareti provvidenziali fori.
Fori strutturali
Succede in particolare nelle costruzioni che, nel tempo, hanno continuato a vivere, a trasformarsi, ad adattarsi alle nuove esigenze e, talvolta, a crescere. Lungo il perimetro si individuano fori che si direbbero nicchie ma che in realtà sono tracce degli incastri dei sostegni preesistenti, per travi portanti nei casi degli ambienti cresciuti in altezza.
Ancor più di frequente, queste misteriose nicchie erano perni di elementi lignei utilizzati come per appendere salumi, formaggi, scorte alimentari e altri tesori domestici.
Pavimenti ritagliati
I nostri pragmaticissimi trisavoli non avevano bisogno di costruire scale per raccordare verticalmente i passaggi da un ambiente all’altro. Spesso bastava un semplice foro ricavato nel pavimento per raggiungere una cantina o una via di fuga (nelle costruzioni fortificate c’erano spesso). Certo, fa sempre un certo effetto verificare quanto fossero angusti questi passaggi. Fra le verifiche più spiazzanti dell’antico, c’è sempre qualche riferimento all’altezza, notevolmente più ridotta, dei nostri avi.
Soffitti misteriosi
Quel che vale per gli ambienti “inferiori”, vale anche per i passaggi superiori. Alzando gli occhi verso l’alto, può capitare di scorgere ulteriori varchi. Passaggi di questo tipo incuriosiscono anche per l’impossibilità di portare all’interno di questi ambienti qualsiasi tipo di arredo. Non c’era alternativa: quel che serviva doveva essere introdotto in anticipo o, al più, assemblato un po’ alla volta, facendo sempre tesoro delle vincolanti dimensioni massime dei passaggi. Non solo quelle dei raccordi verticali ma anche quelli delle finestre, di dimensioni ancora minori. Incredibile, vero?