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Arrivederci Giardinantico

 

La bellissima testimonianza di un amico. Lui è Clark Lawrence, brillante e simpaticissimo americano, arrivato in Italia per amore dell’arte, della cultura e della libertà.

Lo abbiamo conosciuto nel 2008, sulle pagine di CasAntica 27, in occasione di un servizio dedicato al Castello di Galeazza, a Crevalcore (BO). Clark l’aveva trasformato in sede dell’associazione culturaleReading Retreats in Rural Italy”, che ospitava concerti, mostre, feste e amici bibliofili da tutto il mondo.

Da semplice affittuario (il servizio s’intitolava Un castellano in affitto), Clark si occupava in prima persona della cura e della manutenzione del castello e del parco, confluito su Giardinantico 3. Lavorando in quel parco, Clark si è innamorato del mondo dei giardini, diventando – in virtù dell’abitudine allo studio, alla disciplina e all’approfondimento – un autorevole esperto.

Nel 2012, il castello è andato completamente distrutto dal terremoto in Emilia.

Clark si è trasferito a Borgo Virgilio, nel mantovano, dove ha dato un seguito all’associazione culturale – che ha acquisito il nome di La Macchina Fissa – e alla passione per i giardini.

Nel corso di questi anni siamo sempre rimasti in contatto. Un dialogo all’insegna dell’entusiasmo, della stima e dell’affetto. Suggellato da una rubrica a suo nome, sulle pagine di Giardino, apprezzatissima dai nostri affezionati.

Qualche giorno fa, sulla sua pagina Facebook, Clark ha pubblicato una testimonianza che ci ha emozionato. L’abbiamo tradotta dall’inglese, cercando di salvaguardarne la fragranza, e la condividiamo sul nostro blog.

 

Le parole di Clark

Arrivederci, caro Giardinantico.

Credo che in spagnolo Adios sia gentile, come lo sono “Ciao” o “Arrivederci” in italiano. Lo si sente dire sempre, ogni giorno: “Adios” è come “A dopo!”.

“Addio” in italiano, tuttavia, viene utilizzato quando qualcuno ti lascia e non tornerà. È utilizzato per i lutti e le gravi rotture. È difficile pensare a una parola più solenne ed emotivamente carica, che significa, letteralmente, “Ti lascio a Dio”.

I miei amici dei 3ntini Editore di Argenta (FE) stanno attraversando momenti difficili, come tutti noi, con il Covid-19. E una delle loro riviste è sparita, vittima di un periodo difficile per gli editori di tutta Europa e della chiusura, in Italia, di tutte le mostre e gli eventi espositivi primaverili dedicati ai giardini, alle piante e ai fiori (dove Giardinantico avrebbe potuto trovare più abbonati).

La rivista ha dovuto sospendere le pubblicazioni dopo dodici anni.

Il giardino di Galeazza era stato pubblicato sul numero tre di Giardinantico, quindi ho conosciuto i suoi creatori praticamente dagli esordi della rivista e siamo rimasti amici. Negli ultimi anni, ho contribuito con un breve articolo per ogni numero. Questa volta quello che ho scritto potrà essere pubblicato qui. Ma vorrei dedicarlo a Stefano Trentini, Marco Pirani, Antonio Bianchi e tutti i collaboratori di 3ntini Editore.

Non dirò ancora “Addio”, perché forse un giorno Giardinantico riapparirà. Ma per il momento è stato sospeso. E l’Italia ha perso una bella rivista di giardinaggio, l’unica dedicata specificamente al restauro e alla manutenzione di giardini antichi.

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