Il recycle design in giardino
Il giardinaggio oggi è molto di più della semplice cura del verde. O dell’amore per le piante che anima migliaia di appassionati. Per creare un giardino, un cortile o un terrazzo che sia il luogo dei sogni, infatti, si può contare su una sterminata gamma di accessori, mobili e suppellettili.
Molti preferiscono scegliere arredi di recupero, cioè oggetti del passato, per conferire al giardino un’atmosfera vissuta, scovati nei mercatini dell’usato o acquistati presso i rivenditori specializzati. Questa tendenza si chiama recycle design. Ne parliamo con Davide Mariani, All’Origine.
Cosa può dare il recycle design al mondo del giardino?
Credo che il recupero più che un’arte sia un dovere civico e che ogni persona possa fare la sua parte, anche e soprattutto quando acquista prodotti nuovi. Oggi tramite All’Origine possiamo recuperare oggetti di 50, 70 e 100 anni fa perché erano fatti per durare. Vorrei che fosse lo stesso per le generazioni che verranno e che ciò che è stato prodotto nel 2019 non sia tra 5 anni già in una discarica, ma che sia tra 50 in casa di qualcuno.
L’idea di progettare impiegando elementi di recupero, invece, sono d’accordissimo che sia un’arte. Un’arte difficile perché ogni oggetto conserva memoria della funzione che ha avuto e quando lo priviamo di questa per trasformarlo in qualcos’altro il rischio di produrre qualcosa di pacchiano è dietro l’angolo. Nelle occasioni in cui All’Origine è andata oltre il suo ruolo di “fornitore di elementi per il progetto” e ci siamo spinti a progettare noi stessi, ho avuto l’aiuto di professionisti della progettazione, dal compianto architetto Valentino Parmiani – che disegnò per All’Origine una serie di micro-architetture da giardino in ferro fatte con infissi provenienti da una vecchia acetaia – alla nostra art director Corina Jucan (sopra, nella foto con Davide Mariani, ndr).
Cosa propone All’Origine
Siamo specializzati in oggetti del ‘900 europeo che definiamo “European mid-century originals” per sottolineare il fatto che non sono restaurati ma conservano la loro patina e tutti i segni del tempo. A Orticola e Orticolario, gli unici due eventi in cui ci rivolgiamo direttamente ai privati, cerchiamo di portare cose diverse ogni anno, con il doppio obiettivo di sorprendere e di non deludere le aspettative. La gamma dei prodotti che proponiamo tramite il nostro showroom e il sito è molto più ampia e comprende oggetti e arredi di origine artigianale, proto-industriale e auto-costruiti in ambienti rurali. Le evocazioni spaziano – ben oltre il giardino – dalla cucina, alla sala da pranzo, alla bottega d’arte e all’officina. In showroom si possono trovare oggetti molto più grandi di quelli che portiamo alle mostre mercato, dai tavoli alle panche fino ai grandi chioschi in legno e le serre in ferro e vetro, tutto originale, europeo e del ‘900.
Quali sono gli oggetti-arredo che in questo momento sono più richiesti?
Al di là di quegli oggetti imprescindibili quali sedie e tavoli da giardino, che servono in qualsiasi progetto e per i quali c’è sempre richiesta, sempre più clienti ci stanno chiedendo libri decorativi. Molti progettisti stanno usando il libro d’epoca come elemento decorativo, specie in progetti di hospitality, ristorazione e booth design. Per noi è un prodotto complesso da gestire perché chi lo acquista o lo noleggia ricerca una conformità estetica. Quindi, con sommo orrore di qualsiasi persona abbia mai frequentato una libreria o una biblioteca, non dividiamo per genere e autore, ma per formato, colore e grado di patina.
Quali sono le vostre fonti di ispirazione?
Le persone. Io e i miei collaboratori abbiamo avuto la fortuna di conoscerne tante e di continuare a conoscerne ogni giorno e sono assolutamente serio nel dire che da ognuno abbiamo imparato qualcosa. Ora non voglio fare un elenco di nomi perché sarebbe lunghissimo e noioso, ma tra le persone verso le quali All’Origine è debitrice ci sono architetti, paesaggisti, artisti visivi, musicisti e intellettuali di varie estrazioni e nazionalità. Dei più posso definirmi amico fraterno, con altri ho condiviso magari solo qualche breve ma illuminante chiacchierata. Sono convinto che in qualsiasi mestiere che richieda un poco di inventiva (che per noi italiani significa qualsiasi mestiere) sia sempre bene non guardare a chi fa la nostra stessa cosa, ma a chi fa tutt’altro.
E poi c’è la nostra Corina Jucan che ha un mondo interiore di cui solo lei possiede le chiavi. Per lo showroom di all’Origine concepisce degli allestimenti sempre diversi ed evocativi, con un’estetica “Jucaniana”… le origini della quale rimangono perlopiù sconosciute perfino a noi che lavoriamo con lei tutti i giorni!
Negli ultimi anni gli appassionati di verde vi sembrano cresciuti?
L’impressione è che anche il giardinaggio si stia evolvendo verso qualcosa di meno settoriale e più legato a un’idea di quello che gli anglosassoni ci hanno insegnato a chiamare lifestyle.
Mi sembra di notare che oggi chi ha a cuore il verde non abbia una mera passione per la floricoltura, ma sia più una persona attenta a come vive, le cui scelte sono guidate dalle ragioni del benessere, della buona alimentazione, dell’eticità dei propri acquisti. E chi persegue il proprio benessere solitamente ha anche bisogno di una componente estetica nella propria vita.
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