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L’antico è… seminato

Ci si sofferma spesso su dettagli intercambiabili e provvisori di una casa, trascurando gli elementi strutturali, che rappresentano la vera essenza dell’antico. A cominciare dai pavimenti.

Esistono tipologie di pavimentazioni dalla lunga tradizione di cui si legge sempre più raramente. Mosaici, palladianeterrazzi alla veneziana, seminato di graniglia… Tutti hanno conosciuto una brusca battuta d’arresto con l’avvento del cemento e della graniglia industriale.

Di quando in quando, vale la pena risvegliare l’attenzione e stuzzicare la riscoperta di questi pavimenti dalla lunga e affascinante storia. Anche perché, esteticamente, sono di formidabile impatto: fa sempre un certo effetto ammirare queste distese orizzontali continue – talvolta impreziosite da decori realizzati alternando granulati di colore diverso – del tutto prive delle interruzioni e delle fughe che caratterizzano quasi tutti gli altri pavimenti, quelli di cotto, di pietra, di legno, di ceramica

Prendiamo il battuto alla veneziana (altrimenti detto “terrazzo alla veneziana”). Girando per case ristrutturate, non capita spesso di ammirarlo. Ricordiamo un paio di palazzi nobiliari di campagna, alcuni monasteri e qualche vecchia abitazione cittadina.

Nelle costruzioni di campagna, a maggior ragione in quelle rurali, rappresentano autentiche rarità, anche perché anticamente la loro realizzazione era piuttosto laboriosa e non alla portata di tutti. Chi poteva concederselo, puntava sull’opulenza dei pavimenti in lastre di marmo, magari intarsiati. Le palladiane e il seminato rappresentavano una soluzione molto meno ambiziosa ma, comunque, di un certo prestigio.

 

Le tecniche di realizzazione

C’è chi distingue fra seminato “alla veneziana” e “alla genovese”. Entrambi si realizzano con granulati di marmo. Ma quello cosiddetto genovese prevede granulati ancor più fini e pigmenti a base di ossidi.

In entrambi i casi, i frammenti lapidei vengono affondati nel supporto di calce mediante un’operazione di cilindratura. Dopodiché si procede alla molatura, che consente di livellare perfettamente il piano, rasandolo ed evidenziando la trama di piccole pietre.

Si tratta di procedure oggi agevolate dalla tecnologia ma che in passato presupponevano un lunghissimo lavoro. La levigatura, per esempio, si otteneva trascinando pietre di basalto per giorni e giorni. Uno degli attrezzi anticamente utilizzati per levigare il seminato era chiamato “galera”. Un nome niente affatto casuale, considerando che il lavoro era affidato agli ex-galeotti.

 

Calce contro cemento

Il battuto veneziano è virtualmente eterno. Ma alcuni trattamenti possono comprometterne la longevità: l’utilizzo ripetuto della cera, per esempio, può provocare distaccamento.

Con gli opportuni accorgimenti, battuto e seminato possono essere adattati anche negli esterni. Ma in questi casi la calce di supporto deve essere associata a un elemento idraulicizzante, come ad esempio la pozzolana, che incrementi la resistenza alle intemperie.

pavimenti in seminato, come quelli in battuto, sono storicamente legati all’utilizzo della calce. Purtroppo si è affermata anche la (triste) consuetudine di realizzare veneziane in cemento.

La differenza è sostanziale: i pavimenti in cemento sono soggetti a ritiro e alla comparsa di crepe, fratture e microcavillature. Ma non solo: i pavimenti in cemento si caratterizzano per una maggiore rigidità e pesantezza. Quelli di calce, più “elastici” e leggeri, consentono di poter operare anche su solai lignei.

 

Per approfondimenti:

CasAntica Pavimenti (disponibile in versione digitale)

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