È storicamente il paese delle stufe a olle. Sfruz (TN), alle pendici del monte Roen, vanta una lunghissima tradizione. Le prime testimonianze scritte relative a questa produzione risalgono alla prima metà del ‘500, anche se la maggior parte delle documentazioni riguarda il periodo compreso fra ‘700 e ‘800.

Le fornaci di Sfruz erano due. La meglio documentata è quella del “fornellaro” Cavosi, di cui è stato rinvenuto un libretto che raccoglie informazioni su ben 1121 stufe a olle prodotte in poco più di sessant’anni, fra ‘700 e ‘800. 

La peculiarità delle stufe a olle di Sfruz è data dall’argilla purissima delle cave della Val di Non, oltre che dalle decorazioni su maiolica degli anabattisti faentini. 

Le fornaci di Sfruz si sono spente all’inizio del ‘900. Ma l’esempio dei fornellari sfruzzini si è esteso all’intera Europa.

Anche il repertorio decorativo è diventato un imprescindibile riferimento in tema d’antico, come testimonia il Muletto del Noce di Zardini Stufe. L’azienda di Cortina d’Ampezzo (BL) produce stufe ceramiche artistiche apprezzate a livello internazionale. Per la straordinaria qualità dei prodotti e per la perizia artigianale che caratterizza le piastrelle ceramiche, finemente dipinte e decorate a mano, uniche nel loro genere. 

Fra le varie tipologie di stufe, i muletti si caratterizzano per la cupola a botte. Il Muletto del Noce, in particolare, è la riproduzione di un esemplare del 1778, d’ispirazione sfruzzese, che riprende il motivo delle colonnine e il monogramma religioso IHS.

Un gioiello estetico ma anche a livello di performance. Basti dire che al suo interno ospita il potente focolare ecologico artigianale 4 stelle Zardini.

L’azienda utilizza materiale di qualità superiore, come le piastre esterne di rivestimento, in ceramica su base refrattaria a pieno spessore, 55-60 mm. cotte a 1200°. Le stufe di Zardini accumulano l’energia termica prodotta da un unico fuoco giornaliero, cedendola poi, per ore, in maniera prolungata e costante. Un effetto paragonabile al calore del sole.