Show Sidebar
/ / Irrinunciabile cotto antico
Irrinunciabile cotto antico

Cento numeri e quasi diciotto anni di CasAntica. In tutto questo tempo, abbiamo condotto tante “battaglie” in nome del buon recupero.

La prima riguarda i pavimenti antichi, in assoluto l’ingrediente più importante per chi desidera un’atmosfera domestica senza tempo. Eppure, sino a una decina d’anni fa erano tanti gli appassionati che scivolavano sui pavimenti. Specie per quanto riguarda il cotto.

Molti, pensano ancora che un cotto valga l’altro. Ricordiamo case dalle potenzialità formidabili, ristrutturate con grande attenzione ma “rovinate” dal cotto sbagliato, che è quello industriale. Avete presente quei rettangoli regolarissimi, uniformemente arancioni (talvolta rossi), perfettamente geometrici e dalla superficie levigatissima? Quelle distese di materiali nuovi cancellano completamente l’atmosfera antica. Come il sale al posto dello zucchero, come il ketchup al posto del passato di pomodoro, come le sottilette al posto di un formaggio Dop. Sembrano simili. Ma non lo sono affatto. Lo scrivevamo anche su Atmosfera Pavimenti. Uno Speciale di CasAntica uscito nel 2012 che ha avuto una partenza in sordina (a testimonianza di come, sino a pochi anni fa, i pavimenti fossero ancora minimizzati) ma che, nel tempo, si è rivelato un successo (oggi, seppur disponibile solo nella versione digitale, è più che mai apprezzato).

Quel che ci preme dire è che, spesso, sono gli addetti ai lavori digiuni dell’antico a caldeggiare l’utilizzo di cotto nuovo, adducendo a una fantomatica maggiore praticità. In realtà, a fare la differenza è soprattutto il trattamento superficiale. Assodato ciò è possibile scegliere fra pianelle originali (quelle da sempre appartenenti alla nostra casa antica, che possono essere rigenerate), fra pianelle di recupero (i magazzini dei raccoglitori specializzati ne sono pieni) e anche fra pianelle nuove, purché di manifattura artigianale e realizzate con metodi del passato, come quelli prodotti da alcune fornaci storiche.

Le altre alternative – come il cotto industriale, per non parlare della monocottura o dei materiali che simulano il cotto – sono indicate solo per le case che non hanno ambizioni “di recupero” e non intendono evocare un’atmosfera senza tempo.

Talvolta, si punta sul nuovo per questioni di risparmio. Ma non c’è ragione per fare la cresta sull’elemento grammaticale più importante quando non si è badato a spese per il resto.

In tema di recupero, le possibilità di scelta sono infinite: cotto rosso, rosato, giallo, chiaro, scuro, bruciacchiato… E ancora: rettangolare, quadrato, esagonale, romboidale

Il cromatismo e la modularità consentono combinazioni infinite.

Come molti sanno, il colore rosso è proporzionale al quantitativo di sali e ossidi di ferro dell’argilla di partenza. Nel passato le varianti cromatiche erano legate anche ai metodi di cottura, che non garantivano un’uniformità perfetta: alcuni elementi uscivano praticamente crudi, altri, invece, carbonizzati. Ma nel mondo del recupero architettonico non si butta via niente (così come facevano i nostri avi, animati da esigenze pratiche e pragmatiche) e c’è chi ha fatto esteticamente tesoro anche di queste imperfezioni. In realtà affascinantissime.

C’è anche una questione legata alle mode. Per esempio: in questi ultimi anni capita spesso di ammirare case pavimentate con cotto giallo e molto chiaro. Questa scelta, pur affascinante, deve essere tenuta saldamente sotto controllo. In primo luogo perché il cotto chiarissimo rende particolarmente evidenti le fughe (come ben si evince dalla foto sopra). Se il fondo è in calce non ci sono problemi (come nella foto sotto). Non così per il cemento, che, con le sue fughe scure, prende brutalmente il sopravvento. E se proprio non si vuole scovare un’alternativa al cemento si scelga almeno quello dalla pigmentazione più chiara.

Altra considerazione fondamentale: il cotto racconta anche la tipologia del terreno. E zone diverse d’Italia hanno cotto di colore diverso. Le scelte cromatiche troppo diverse da quelle della zona in cui sorge la nostra casa antica possono sortire un effetto (inconscio) sottilmente spiazzante. Oggi queste divagazioni sono ancora accettabili. Ma, presumibilmente, non sarà così in futuro, quando le ingenuità oggi accettabili appariranno visibilissime. Tante case restaurate nel passato, comprese quelle che puntavano genericamente sul cotto nuovo (ignorando l’importanza di quello di recupero), lo insegnano.

Articoli simili