Sorprese di recupero in cortile
È uno dei servizi più curiosi ed emozionanti di CasAntica 100. Perché racconta l’amore per i materiali di recupero dal punto di vista più puro e trascurato, quello che sulle riviste di settore è sempre meno rappresentato, forse perché troppo ruvido, maschile e associato a un’estetica “da cantiere”.
Racconta la storia di Giuseppe, aretino, che, dopo la carriera militare, ha voluto riscoprire le proprie origini contadine. Nel 1980 ha scoperto un borgo in rovina nei dintorni di Cesena. Lo ha acquistato per trasformarlo in azienda agrituristica. E lo ha pazientemente ricostruito servendosi di molti materiali originali, scivolati a valle. Le pietre e i mattoni sono stati pazientemente recuperati e ricomposti come un gigantesco puzzle. Oggi, quel piccolo borgo è diventato Castrum Sagliani, agriturismo (ma non nell’ottica alberghiera del luogo comune: qui, al primo posto, c’è la coltivazione della terra), ristorante (ma tutto da scoprire) e, soprattutto, fattoria didattica, dove studenti e appassionati di tutte le età si recano ad ammirare i metodi di coltivazione di Giuseppe.
Quel che più incuriosisce è che Giuseppe ha scoperto il mondo del recupero per conto proprio. Nel corso di vent’anni di lavoro duro e appassionato ha ricostruito la chiesetta e le costruzioni circostanti (fra cui un’incredibile torre) senza conoscere l’esistenza di magazzini di materiali antichi e di riviste specializzate, compresa CasAntica.
Tutto ciò che si ammira nel piccolo borgo ricostruito è scaturito dalla ricerca di cantieri di demolizione e dell’osservazione attenta delle vecchie costruzioni visitate di persona. Una purezza d’approccio che ha pochi paragoni. E che ci ha emozionato, perché racconta il nostro campo d’azione da una prospettiva inedita, tersa e inviolata, al riparo da qualsiasi condizionamento.
Il cortile, per esempio, è un autentico campionario di pietre di recupero collocate all’insegna di una creatività libera e spontanea. La pavimentazione esterna, per esempio, è stata realizzata facendo tesoro della diversa conformazione di sassi, ciottoli e pietre, comprese quelle circolari, circondate da un “mosaico” di frammenti irregolari.
Le pietre circolari sono state dislocate con equilibrio. Ma il quantitativo non era sufficiente a ricucire armonicamente l’intera pavimentazione. E così Giuseppe ha lasciato dei cerchi vuoti, collocandovi vasi bassi ricolmi di verde.
Alcuni materiali – è il caso di un tombino, di un frammento di coppo, di tavelle, pianelle e frammenti antichi dalla conformazione irregolare – sono stati utilizzati in purezza, come semplici elementi d’arredo, portatori di un valore estetico autosufficiente, appoggiati alla bell’e meglio in posizione angolare.
Per sottolineare la conformazione lineare di una finestra, alla sua base è stato collocato un antico attrezzo da lavoro. Tanti altri si trovano all’interno dell’ex-chiesa, oggi trasformata in una sorta di piccolo “museo” rurale dove sono confluiti tutte le curiosità rivenute a valle e nei sotterranei.
Ma la soluzione più bizzarra è probabilmente un tombino “frangisole”. Altri appassionati lo avrebbero sicuramente ricollocato in orizzontale. Giuseppe, invece, ha colto l’occasione per valorizzarlo in verticale, incastonandolo all’interno di una nicchia, circondato da una trama di vecchi di mattoni da lui stesso riassemblati.