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Il fascino multisensoriale delle fontane

 

Piccole, medie, grandi, gigantesche… Le fontane sono una presenza importante in giardino. In accezione multisensoriale. Dal punto di vista visivo. Ma anche uditivo. Perché il suono dell’acqua è una musica, una colonna sonora della cui importanza ci si accorge, improvvisamente, quando s’interrompe.

Si possono distinguere varie tipologie di fontane. Architettoniche (assemblate con materiali lavorati) o informali (realizzate con rocce o altri materiali naturali non lavorati). Fontane a schiena (quelle fruibili frontalmente, con uno o più lati accostati a un muro) o fruibili a tutto tondo (pensiamo a quelle collocate centralmente in una piazza). Senza bacino (collegate direttamente alla fonte, spesso più agevoli da realizzare) e con bacino (dove l’acqua è messa in circolo da una pompa, accorgimento che presuppone una progettazione più laboriosa). Esistono anche fontane virtuali, dove è l’acqua, fra zampilli e cascatelle, a delineare una forma.

I criteri di scelta

Quale fontana scegliere? Innanzitutto è bene dire che è la conformazione del giardino che determina la fontana giusta e non viceversa. Assodato ciò è sempre bene prendere come riferimento la costruzione principale. Se si tratta di una casa rurale, evitare del tutto fontane altisonanti, elaborate o rifinite oltre misura. Altrettanto importante scansare materiali estranei alla tradizione costruttiva locale: una pietra troppo chiara o troppo scura, per esempio, viene subliminalmente recepita come una nota stonata. Gli appassionati più attenti lo sanno bene: i materiali locali (che si tratti di pietra, legno o anche cotto) fanno sempre la differenza.

La collocazione

Fondamentale valutare la dimensione della fontana in relazione al giardino. Altrettanto importante la giusta collocazione, guidata tacitamente dalla conformazione della fontana stessa. Se priva di facciata, dovrà essere collocata in posizione centrale. Se a schiena, dovrà – tranne rare eccezioni dipendenti dalla conformazione della schiena stessa – essere addossata, o anche incastonata, a una parete, a un muretto a secco o a ridosso di una barriera vegetale. Oppure collocata in posizione periferica o angolare, avendo l’accortezza di ricucirla con la vegetazione, perché col verde è possibile “aggiustare” e mitigare anche una collocazione non perfettamente riuscita. 

Le quattro fontane di Gianluca

Per illustrare questo nostro post abbiamo voluto far tesoro anche di alcune fontane alloggiate nel giardino della casa di un nostro amico. Lui si chiama Gianluca Rossi. Abita in Ciociaria. E, di quando in quando, condivide con noi le sue scoperte in tema di recupero. Che sono tante: dalle bilance antiche alle macchine per scrivere. Gianluca ci ha raccontato che la trasformazione della sua casa è cominciata dal giardino. “Sono un grande amante delle piante. E ho voluto trasmettere questa mia passione partendo proprio dagli esterni, all’insegna dei materiali di recupero, di vasi in pietra, di calderoni in rame…”. E, naturalmente, di fontanelle. In tutto sono quattro, diversissime fra loro.

 

Gianluca racconta: “La prima fontana (nella foto sopra, a sinistra) stava in una vecchia villa sul lago di Bracciano. Ricordo una lunga trattativa sul prezzo… Ma la parte più dura è stata tirarla fuori dalla casa e caricarla sulla mia auto. Purtroppo, nel farlo, si è rotto un pezzo della vasca. La seconda (sopra, a destra), l’ho creata io. Sono partito da un masso trovato nel mio terreno. La vasca tonda l’ho acquistata da un amico di Foligno che tratta questo genere di cose… Il risultato ha richiesto tanto lavoro. Ma penso ne sia valsa la pena”.

 

“La terza fontana (nella foto sopra, a sinistra) è la più semplice e la più comune. Il mio rivenditore di materiali edili, Alberto, sa delle mie passione. E allora l’ha caricata da Trani, insieme ad altro materiale, e subito mi ha chiamato, sapendo che l’avrei presa sicuramente… E così è stato. L’ultima fontana (sopra, a destra) è stata la più difficile da realizzare ma, almeno per me, è la più bella. La pietra centrale era tra gli scarti della demolizione del vecchio ospedale del mio paese. È stato dissotterrato, pulito, forato e abbinato a un vecchissimo lavabo in pietra, che pesa più di 250 Kg. Non potete immaginare che impresa farlo arrivare a casa. L’ho trovato a Narni. Il proprietario è riuscito a caricarlo su un furgone per trasporto moto e lo ha portato a casa di mia suocera, vicino al casello dell’autostrada. Infine, un camion con gru lo ha portato fino a casa e, finalmente, è stato sistemato al suo posto”.

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