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Le rubinetterie dell’antico

Un universo di forme strettamente associato all’acqua. Per il bagno, naturalmente. Ma anche per la cucina, per gli esterni, per il giardino. Gli erogatori domestici, per anni, hanno puntato sulla semplice funzionalità. Esattamente come i bagni del passato, più piccoli di quelli attuali, ricavati in anfratti di fortuna, arredati senza particolari ambizioni estetiche. Anzi: ci si accontentava delle rubinetterie in dotazione con i sanitari, spesso attingendo al primo catalogo che ci si trovava fra le mani.

Da qualche anno, assecondando la crescente importanza estetica dei bagni, gli erogatori sono diventati oggetto di ricerca autonoma, sempre più mirata e puntuale, estesa anche al mondo dell’artigianato.

Mentre le rubinetterie industriali già in dotazione dei sanitari assecondano equilibri estetici e formali specifici, la scelta indipendente degli erogatori presuppone regole precise ma di cui pochi hanno piena consapevolezza. Quali?

La prima: l’abbinamento fra rubinetto e lavabo dovrebbe essere equilibrato dal punto di vista dimensionale. Insomma: un erogatore non dovrebbe essere troppo piccolo o troppo grande rispetto al lavandino che lo ospita.

La seconda: nell’abbinamento tra rubinetto e sanitario s’instaurano molteplici legami – a livello estetico, di stile, di geometria, di epoca, di materiali, di cromatismo… – che spesso possono rivelarsi insospettabilmente conflittuali. Pensiamo a certi lavandini di forma circolare serviti da erogatori a sezione squadrata.

La terza: esiste un rapporto geometrico preciso fra dimensione del catino e proporzioni dell’erogatore. Dal corpo orizzontale, il getto può essere perpendicolare alla piletta di scarico o può essere – leggermente e ragionevolmente – arretrato o avanzato. Se troppo ravvicinato, si corre il rischio di non poter raccogliere il getto d’acqua con il palmo delle mani. Per contro, se troppo a ridosso del bordo esterno, si corre il rischio di bagnare tutt’intorno.

La quarta: esistono anche proporzioni legate alla scelta dei materiali. Per esempio: i lavabi sopra piano, specie se di marmo o di pietra, richiedono erogatori a canna alta e con lunghezza di bocca proporzionale alla dimensione del catino.

Potremmo andare avanti ancora, spaziando fra miscelatori singoli o doppi, fra gruppi a ponte, a parete o su piano d’appoggio

Su CasAntica 86, la nostra Stefania Sanna ha dedicato la rubrica “Armonia d’interni” a una breve guida per la scelta dell’erogatore giusto. Conoscere la grammatica e le regole di base è il primo passo, fondamentale, per indirizzare la scelta. Dopodiché è possibile avventurarsi con consapevolezza – e idee chiare – nel mare magnum di proposte estetiche, comprese quelle formulate per gli appassionati d’antico e di materiali di recupero.

Fra cui quelle – straordinarie – che abbiamo scelto per illustrare questo post.

Si tratta degli erogatori di Ra-Ma Collection, rubinetti artigianali disponibili in diverse finiture, vere e proprie piccole opere d’arte create, con materiali di alta qualità, da artigiani – emblema del miglior Made in Italy – selezionati dagli amici di Ra-Ma, azienda specializzata in materiali per il restauro architettonico, con sede a Barberino Tavernelle (FI).

Alcuni modelli possono essere realizzati ­– a scelta – in ottone anticato, in ottone naturale, in ottone brunito, in cromo, in nikel, in nikel satinato, in nikel nero, in rame, in rame anticato e anche in oro. La panoramica completa e dettagliata può essere consultata on-line, sul sito web di Ra-Ma.

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