Quattro stagioni con Roberto
Sulle riviste di settore si può entrare in profondità fra le seduzioni di una casa antica. Ma anche ai servizi più minuziosi è preclusa la possibilità di documentare l’evoluzione di una dimora nel corso delle quattro stagioni. Che è questione interessantissima, non solo dal punto di vista paesaggistico. Stagione dopo stagione, cambiano i colori della natura ma, soprattutto, mutano drasticamente anche le atmosfere degli interni e le modalità di fruizione della casa.
Interni ed esterni, mese dopo mese
Nei mesi caldi, una casa si vive soprattutto a livello di esterni. Con il freddo, per contro, gli esterni si dissolvono e gli interni diventano protagonisti. Il vero lusso è potersi accoccolare davanti a un bel camino scoppiettante o una stufa.
Anche le finestre, mese dopo mese, possono arrivare a stuzzicare punti di vista addirittura contrapponibili. Con il sopraggiungere della primavera e con le ore di luce che aumentano, lo sguardo è sempre più calamitato dall’interno verso l’esterno. Per contro, con l’inoltrarsi dell’autunno e le giornate che si accorciano, il panorama si dissolve e anche le finestre (le stesse che pochi mesi prima calamitavano irresistibilmente la’attenzione) sembrano non esistere più. Lo sguardo segue altre prospettive, imprevedibilmente diverse.
Paesaggi cittadini e paesaggi montani
Queste considerazioni sono completamente sconosciute a taluni. Perché la stagionalità non trasforma allo stesso modo tutte le case. In città, a livello fotografico, un mese vale l’altro. Se la vegetazione non c’è diventa un’impresa identificare il periodo dell’anno in cui sono stati fotografati gli esterni. Paradossalmente, gli indizi stagionali, nelle case metropolitane, si scoprono più facilmente osservando gli interni, concentrandosi sui tessuti più leggeri o più pesanti, sul focolare acceso o spento, sulla frutta che occhieggia in cucina…
Benvenuti a Ca’ d’Adello
Per le dimore che vivono in stretta sinergia con il paesaggio, invece, la metamorfosi è potente e totalizzante. Più di quanto si possa immaginare. E tra i fiori all’occhiello di CasAntica 112 c’è una casa in cui i riferimenti stagionali sono a dir poco imprescindibili. Si trova in provincia di Parma. Ed è immersa nel paesaggio incontaminato della Val Baganza. Una casa senza strada, senza indirizzo e senza numero civico. Per raggiungerla bisogna avventurarsi lungo un’avventurosa mulattiera e camminare a lungo. In discesa all’andata. In salita al ritorno. In primavera o in estate è relativamente agevole. Ma in autunno o inverno il percorso si trasforma in un’avventura. Dopo una giornata di pioggia, il terreno diventa scivoloso e, se non si è ben attrezzati, si corre il rischio di brutti ruzzoloni. Figuriamoci con la neve.
Abitare il passato
In un contesto di questo tipo, le comodità della contemporaneità si relativizzano sino ad apparire risibili. E si toccano con mano le vere esigenze delle case del passato: procacciarsi l’acqua in estate (il padrone di casa si fornisce da una sorgente), darsi da fare in tempo utile per raccogliere la legna in inverno e far tesoro al momento giusto dei frutti della natura. Sempre rispettandola.
Un’esperienza illuminante. Mai come a Ca’ d’Adello – questo il nome della casa – abbiamo toccato così da vicino il significato di abitare veramente l’antico, che, qui, si afferma ben oltre la dimensione scenografica dei materiali di recupero. E, non a caso, mai come a Ca’ d’Adello abbiamo conosciuto un padrone di casa così consapevole della natura, dell’evolvere delle stagioni, delle diversissime modalità di fruzione che, mese dopo mese, caratterizza una casa.
Dodici mesi da fotografare
Per fortuna, Roberto, il padrone di casa, ci ha offerto una possibilità d’indagine multistagionale che le riviste di settore rarissimamente possono concedersi. È un talentuoso appassionato di fotografia. E nel corso di questi anni ha documentato la sua dimora facendo tesoro delle metamorfosi del paesaggio. Le splendide immagini che corredano questo post sono tutte opera sua. Noi siamo orgogliosi di potervele presentare. E siamo certi che, osservandole, tutti possano rendersi conto di cosa significhi realmente vivere in stretta sinergia con la natura,
Non solo: Roberto ha dedicato alla sua casa anche un libretto. E uno dei capitoli più suggestivi è dedicato alle metamorfosi del paesaggio. Una testimonianza preziosa per raccontare uno stile di vita cristallizzato nel tempo e pressoché sconosciuto anche da tanti appassionati che già vivono in una casa antica.
Il racconto di Roberto
“La primavera si annuncia alla fine di febbraio con la fioritura dei cornioli, che sbocciano in tutto il loro splendore nella prima metà di marzo. A cavallo tra marzo e aprile, inizia la breve fioritura dei ciliegi e dei susini, mentre le foglioline degli alberi cominciano a fare la loro apparizione. Il grigiore dell’inverno diventa una tavolozza di tenui colori: il giallo dei cornioli, il bianco dei ciliegi e dei susini, l’azzurro dei rosmarini e il verde tenue del fogliame in tutte le sue gradazioni. Tra la fine di aprile e gli inizi di maggio fioriscono i biancospini e i frassini, mentre le querce, per ultime, fanno sbocciare il loro fogliame. Il tenue verde di aprile diventa a maggio intenso e rigoglioso, inondando tutta la vallata. Con l’arrivo dell’estate, il caldo e l’aridità attenuano l’intensità dei colori mentre i prati si ingialliscono. In ottobre, con i primi freddi, le foglie cominciano a cambiare colore. Qua e là appare il giallo e il rosso delle foglie degli aceri, dei ciliegi e delle sanguinelle. A novembre, infine, i colori autunnali sbocciano nelle giornate di sole in tutto il loro splendore. A dicembre ormai tutti gli alberi sono spogli e rimane solo il verde dei ginepri e dei pini. L’inverno che verrà non mancherà comunque di incantare con i suoi colori e le sue magie”.