Buon Natale in un mulino
Giornate di festa. A ben guardare, con un’atmosfera sottilmente diversa dallo scorso Natale, altrettanto difficile, ma con un pizzico di armonia, di empatia, di condivisione in più.
Per raccontare l’atmosfera natalizia, quest’anno CasAntica ha scelto una costruzione storica particolarmente affascinante e poetica. Si tratta di un mulino siciliano dall’emozionante passato. È il Mulino di Capo di Montagnareale (ME), risalente al ‘600 e rimasto attivo sino agli anni ‘40. Dei i nove mulini affacciati lungo il corso del torrente Montagnareale, è l’unico ancora funzionante. Per molti anni è stato utilizzato come deposito. Negli anni Ottanta, l’allora sindaco ha pensato di acquisirlo, di restaurarlo e trasformarlo in un tesoro culturale, didattico e turistico. In estate, per esempio, diventa fondale di numerose iniziative. Un recupero che dovrebbe essere preso a modello da altre amministrazioni comunali. Perché in Italia sono tante le strutture storiche (dai mulini alle fornaci, dalle corti contadine alle fabbriche dismesse) da preservare, da valorizzare e da donare alle generazioni future.
Gli ambienti superiori di questo mulino, storicamente, erano abitati dalla famiglia del mugnaio. E una bravissima addetta ai lavori, Marina Bellanti, decoratrice di Gioiosa Marea (ME), ha avuto la brillante idea di ricreare, seppur provvisoriamente, questa dimensione domestica perduta (oggi, questi ambienti sono adibiti a museo). Un esperimento tentato rare volte nell’ambito della cosiddetta archeologia industriale e che racconta un antico vero, non semplicemente ricreato.
Gli ambienti del mulino sono immutati, con gli stessi pavimenti in cotto, in pietra, in legno, gli stessi soffitti, le stesse pareti intonacate con le affascinanti imperfezioni del passato, lo stesso ballatoio ligneo che ne assecondava la caratteristica conformazione strutturale, scandita verticalmente dalla torre piezometrica da cui venivano incanalate le acque. Insomma: non un semplice “recupero” ma un passato autentico, come raramente capita di poter documentare.
“È un posto magico e molto antico, una memoria del cuore, a me molto caro – ci ha raccontato Marina – Vi portavo i figli, quand’erano piccoli. Era il fondale perfetto per le storie di elfi e gnomi. Oggi, i miei figli sono diventati grandi. Ma quel posto è sempre più magico”.
Marina ha prefigurato la sua idea al sindaco Rosario Sidoti, fra l’altro figlio del primo cittadino che negli anni Ottanta ha promosso l’acquisizione del mulino. Il progetto è stato accolto con favore. E così Marina ha potuto dar vita a questo esperimento, condotto con incredibile accuratezza, finezza e passione per i materiali della tradizione. Un servizio realizzato in stretta sinergia con un bravissimo fotografo, Nino Bartuccio di Piraino (ME).
Il servizio fotografico – lo shooting, come direbbero gli addetti ai lavori più “anglofoni” – è stato particolarmente affascinante e avventuroso, come raccontiamo sulle pagine di CasAntica 107. Marina e Nino lo hanno realizzato pensando proprio a CasAntica, come una sorta di strenna. E, per noi, poter raccontare di una struttura così profumata di tipicità, di laboriosità senza tempo e di storia locale è motivo di grande orgoglio.
“Il pavimento era un po’ traballante e, al momento dello scatto, dovevamo rimanere completamente immobili – ci ha raccontato Nino – Il momento magico è stato l’accensione dell’albero di Natale al piano di sopra. Era l’ambiente più importante, quello dal sapore più domestico e familiare. E insieme a questo albero si è improvvisamente accesa l’atmosfera”.