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Case di terra cruda

E’ un argomento tanto affascinante quanto trascurato. La terra cruda parla un linguaggio antichissimo. Basti pensare a certi paesaggi sardi, abruzzesi o marchigiani sospesi nel tempo. Da qualche anno questo materiale si è reinserito a pieno titolo nella contemporaneità. Merito della bioarchitettura, che ne celebra la salubrità e l’ecocompatibilità: il processo produttivo non ha ripercussioni sull’ecosistema; una volta concluso il ciclo, il materiale è riassorbito dall’ambiente; ha un’eccezionale tenuta termica, con conseguente risparmio energetico. Senza contare le implicazioni culturali: la terra cruda è legata a tecniche costruttive e a tradizioni locali da salvaguardare.
Esistono svariati siti su questo tema. Ve ne proponiamo tre. Il primo è www.terracruda.com, realizzato con cura meticolosa da un appassionato (Benito De Sensi Ortiz). Il sito è l’ideale per chi, digiuno di informazioni, desidera scoprire cos’è la terra cruda, come si usa, cosa si può creare… I testi sono chiari e scorrevoli. Sono segnalati libri, video, cd-rom, indirizzi Internet. E c’è anche un breve glossario.
Il secondo sito, dell’Associazione nazionale Città della Terra cruda, circoscrive l’indagine all’Italia: all’indirizzo www.terra-cruda.org è possibile effettuare un tour virtuale attraverso i più bei “Comuni di terra cruda”, con un occhio di riguardo a Sardegna e Abruzzo.
Il terzo sito, www.casediterra.it, è curato del Centro di documentazione permanente sulla Terra cruda, con sede a Casalincontrada (CH). Gli argomenti sono trattati con un’autorevolezza da “addetti ai lavori”: newsletter, legislazione, itinerari, progetti, centri di ricerca… Si possono anche ammirare le fotografie del concorso fotografico bandito dallo stesso Cedterra, intitolato Le case di terra – Paesaggio di architetture, giunto alla quarta edizione.

Ph. www.terracruda.org

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