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Colorare d’antico

L’argomento è tanto affascinante quanto temuto. Parliamo di intonaci, di decorazioni parietali, di colori… Un campo d’azione in cui molti preferiscono non avventurarsi, preferendo affidarsi a imbianchini, pittori e artigiani sicuramente bravissimi ma spesso inconsapevoli di cosa significhi dialogare con una casa antica, con gli intonaci a calce, con le imperfezioni del passato… Capita così che le pareti di tante dimore piene di storia vengano spente e banalizzate da soluzioni troppo rifinite, lineari o visibilmente ricreate. A fronte di tanti appassionati terrorizzati dall’idea di agire in prima persona, ci sono alcuni temerari che preferiscono far da sé. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, si tratta quasi sempre di figure femminili, tutte accomunate da una creatività inesauribile e da un senso estetico personale e incoercibile, consapevoli che chi fa da sé fa realmente per tre. È nelle loro case che si possono ammirare alcune delle soluzioni decorative più sorprendenti e inaspettate, magari “sbagliate” dall’ottica degli artigiani ligi alle tecniche più ortodosse, ma intensamente profumate d’antico. Vale per le pareti, per i pavimenti, per i soffitti

Ricami nobilitanti

Un esempio illuminante – e sicuramente ancora ben vivo nei ricordi di tanti affezionati di CasAntica – è rappresentato da questo pavimento. Non si tratta certo di una pavimentazione di pregio: al contrario, è una di quelle gettate di cemento ricorrentissime nei cortili, sotto i portici e nei marciapiedi che circondano numerosissime case, in campagna come in città. Invece di ricorrere a una pavimentazione antica “nuova” di zecca, perché non provare a rivisitare quel materiale poverissimo con un approccio nobilitante? Ed è quanto stato fatto nel portico di una barchessa veneta, in cui il pavimento è stato trasfigurato da decorazioni a stencil.

Una mano di bianco

Un’altra soluzione legata a questo stessa barchessa veneta è rappresentata dalle pareti, visibilmente usurate e rovinate ma impreziosite e ingentilite da una mano di bianco, non importa se stesa con la regolarità di un provetto imbianchino. Un bravo artigiano si sarebbe certamente mosso con procedure più ortodosse, livellando perfettamente la parete, riempiendo le fughe fra i mattoni, carteggiando le asperità ed evitando di lasciare alcuni mattoni del loro cromatismo naturale. Eppure il fascino dell’antico sta proprio in questi difetti.

Nero a metà

La stessa procedura è stata utilizzata da un’altra padrona di casa – stavolta ci troviamo in una bellissima corte contadina nella provincia mantovana – in termini ancor più decisi, visto che le asperità della parete sono state colmate con una bella mano di nero (o, meglio ancora, color antracite). Una soluzione così estrema presuppone un minimo di consapevolezze (non è un caso che la padrona di casa sia laureata in architettura): il cromatismo marcato deve essere bilanciato con arredi che si staglino in primo piano. Perché un fondale di questo tipo serve soprattutto ad accentuare il predominio dei mobili e degli elementi d’arredo in posizione avanzata.

Il fascino degli intonaci originali

Quello degli intonaci originali è un argomento portato solo di recente all’attenzione degli appassionati di recupero architettonico. In passato si tendeva sabbiare selvaggiamente tutte le pareti oppure a ricreare gli intonaci in termini leziosamente rifiniti e visibilmente nuovi. Solo negli ultimi anni si è diffusa la (buona) abitudine di salvaguardare gli intonaci originali. A maggior ragione quando questi sono in discreto stato di conservazione. Ricrearli significa cancellare la patina dell’antico. E, se proprio si desidera rifarli completamente, si scelgano almeno delle tinte a calce.

Integrazioni strategiche

Per ingentilire le preesistenze, si può intervenire con motivi decorativi aggiuntivi oppure colmare le lacune con soluzioni che non si discostino dall’originale. La soluzione nella foto sottostante si presta a risolvere due percorsi sottilmente diversi: se la decorazione preesistente è troppo sobria (pensiamo a un semplice filetto lineare), è possibile impreziosirlo aggiungendo un motivo decorativo a stencil; se, invece, la decorazione preesistente presenta già la decorazione, è sufficiente colmare le lacune ricreando il motivo decorativo solo dove occorre. Piccole imperfezioni di colore non comprometteranno il risultato. Anzi: renderanno il risultato ancor più sottilmente credibile.

Délabré che passione

La crescente importanza assegnata agli intonaci originali si è tradotta in una nuova tendenza estetica, quella del délabré. Normalmente viene intesa come tecnica per invecchiare artificialmente una superficie. Ma nell’ambito del vero antico quest’artificio non ha alcuna ragion d’essere: è sufficiente lasciare le superfici esattamente come si trovano. A maggior ragione quando gli intonaci presentano decorazioni preesistenti. Quella del vero délabré è una tecnica particolarmente cara ad alcuni appassionati dalle consapevolezze progettuali particolarmente evolute e raffinate. Perché l’effetto di “rovinatissimo” non vale in sé ma è strettamente intrecciato anche all’utilizzo della luce naturale o artificiale, che può accentuare o mitigare l’effetto. A testimonianza che la luce è l’elemento d’arredo più importante.

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